E’ il turismo culturale “il vero appeal del paese”. Almeno stando a sentire il segretario generale di Federculture, Roberto Grossi nel corso del suo intervento di commento alla presentazione del IV Rapporto. Ma la situazione non è tutta rose e fiori: il Sud, per esempio, “non attira il turismo straniero” mentre nelle grandi città “vince l’abitudine del mordi e fuggi”, considerato che a fronte di una crescita degli arrivi del 12%, quella delle presenze si ferma al 7%. “Nel mondo anche nel 2006 siamo stati additati a volte per le criticità”, ha detto Grossi, ricordando, ad esempio, la chiusura di Palazzo Vecchio, a Firenze, il 1° maggio, “perché non c’erano soldi per gli straordinari”. Servono più soldi, quindi, ha ripetuto il segretario generale di Federculture, ma anche servizi e infrastrutture. “Il sistema della cultura italiana cresce abbiamo interrotto il calo delle risorse. Ora dovranno risalire, perché la cultura dà lavoro e benessere, fa un buon circuito con il turismo che crea a sua volta lavoro e benessere”. Risponde così il vicepremier e ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli all’appello lanciato da Federculture. E per far fronte all’affaticamento delle grandi città d’arte, costrette all’impatto con il turismo di massa mordi e fuggi, la ricetta di Rutelli consiste nell’ “incoraggiare i circuiti alternativi”. Quindi, il ministro si è soffermato sulla “opportunità della destagionalizzazione”. “Un’opportunità gigantesca, ma anche un rischio – ha fatto notare – perché se si riesce a concludere entro l’anno l’accordo tra ministero dei Beni culturali, ministero dell’Istruzione, turismo, Regioni e spostare due settimane delle vacanze durante l’anno, bisogna poi essere pronti, rimane solo un anno di tempo per organizzare l’offerta italiana. Perché non vorrei – ha concluso – che i docenti, non solo per esterofilia ma tariffe alla mano, finissero per portare i ragazzi tutti a Sharm El Sheik”.