Ucina: un piano in 8 mosse per rilanciare la nautica

E Brambilla pensa di riconvertire le struttre portuali militari dismesse

Un piano in otto azioni, senza ricorso a contributi pubblici, in grado attrarre 3 miliardi di investimenti, creare 15.000 posti di lavoro e recuperare 450 milioni di iva di gettito per l’erario. E’ il piano triennale per la nautica proposto al governo da Ucina in apertura del 49/mo Salone Nautico Internazionale al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli e a Michela Brambilla, a capo del Turismo. La logica del piano, ha spiegato il presidente di Ucina Anton Francesco Albertoni, è la stessa che ha portato all’adozione del Piano Casa: nessun contributo pubblico per uno strumento in grado di attrarre investimenti. Fra le otto azioni individuate: il rilancio del registro internazionale per il rientro dei super yacht sotto bandiera italiana (soltanto l’1% delle navi da diporto varate dai cantieri italiani si iscrive al registro nazionale), una circolare di equiparazione del regime di locazione (senza equipaggio) e noleggio (con equipaggio), lo sviluppo della locazione delle piccole barche, una nuova legge quadro delle aree marine protette e, soprattutto, il reperimento di nuovi posti barca (nei bacini commerciali esistenti, nei porti di interesse regionale,nelle aree dismesse del demanio militare). Il paragone con il piano casa è piaciuto al ministro Matteoli: "Occorre però anche in questo caso – ha affermato – la condivisione delle Regioni. Se vi sarà si potranno accelerare le procedure per realizzare i porti". Dal canto suo, Brambilla ha annunciato che la settimana prossima avrà un incontro decisivo col ministro della difesa per valutare la possibilità di destinare alla nautica da diporto strutture portuali militari dismesse. Ha precisato inoltre di aver discusso con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi le modifiche da apportare al comparto turistico e, in particolare, criteri nuovi per regolamentare i canoni demaniali.

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