App per prenotare da remoto l’ombrellone in sicurezza, protocolli innovativi per diventare ‘zone blu’ e ottenere la certificazione europea ‘ecolabel’, misure di distanziamento e sanificazione: da Nord a Sud gli stabilimenti balneari sono pronti a riaprire il 15 maggio, in linea con le nuove indicazioni del governo. La sfida, ribadiscono gli imprenditori che aderiscono al Sib, il Sindacato balneari, è quella dei vaccini: e c’è chi si candida a contribuire alla campagna nazionale vaccinando a proprie spese il personale. “L’anno scorso abbiamo fatto un grande sforzo per ridisegnare il concept delle spiagge, implementare gli spazi, potenziare i sistemi digitali di prenotazione, sanificare”, spiega Alessandro Berton, presidente di Unionmare Veneto e titolare dello stabilimento Cavallino-Treporti vicino Jesolo, rivendicando il ruolo di apripista del Veneto. “Da qui non si torna più indietro: l’obiettivo è trasformare tutta la costa veneta in una ‘blu zone’, arrivando a certificare protocolli di sicurezza, sanificazione e sostenibilità in grado di ottenere in breve tempo il marchio europeo ‘Ecolabel’. Anche per lanciare un messaggio al turismo tedesco di prossimità, per noi importantissimo”.
Intanto, anche in Liguria si guarda con fiducia alle riaperture di metà maggio: “I protocolli che abbiamo messo in campo l’anno scorso nei 1250 stabilimenti della regione hanno funzionato, non ci sono stati cluster nei nostri lidi”, sottolinea Enrico Schiappapietra, presidente regionale del Sib. “Le regole restano le stesse, 10 metri quadrati di area per ciascun ombrellone, 1,5 metri tra i lettini, 3,5 metri tra le file di ombrelloni, percorsi differenziati, sanificazioni continue. In più, attraverso il consorzio Obiettivo Spiagge, stiamo realizzando una app che consenta la prenotazione dell’ombrellone da remoto e la compilazione della documentazione necessaria per la tracciabilità, per evitare code o affollamenti all’ingresso”.
Ma quest’anno l’intenzione è anche “fare un passo avanti e contribuire alla campagna vaccinale: d’accordo con le associazioni liguri degli hotel e delle altre categorie, siamo pronti a vaccinare dipendenti e collaboratori a nostre spese, nel rispetto chiaramente delle graduatorie, delle tabelle di età, della vulnerabilità, con un occhio particolare ai bagnini che, in caso di emergenza, sono i primi a intervenire. Speriamo in una risposta positiva delle istituzioni: mercoledì abbiamo un incontro con il presidente della Regione Toti”.
Una proposta che trova concorde Mario Morra, titolare del Bagno Elena di Napoli: “Se governo, Regioni e Asl mettessero a disposizioni le dosi, potremmo procedere a spese nostre, individuando siti ad hoc dove far convogliare gli operatori del turismo. Si potrebbero prestare gli stessi stabilimenti: ce ne sono oltre 20 mila, alcuni molto grandi e dotati di locali per le infermerie. Penso al modello Israele, dove la gente è stata vaccinata nei bar. Ci vuole dinamismo, bisogna osare”.