Vaccini in vacanza, Regioni divise e la Lombardia frena

Mentre i colleghi Giovanni Toti (Liguria) e Alberto Cirio (Piemonte) hanno già firmato un memorandum per vaccinazioni fuorisede nei rispettivi territori, il presidente lombardo Attilio Fontana frena: i cittadini che dovranno ricevere la seconda dose del vaccino nel periodo della villeggiatura “dovranno tornare a casa” e rispettare l’appuntamento preso. L’idea di Toti e Cirio – sulla quale si defila anche la Valle d’Aosta per paura di restare senza dosi -, non piace al generale a capo del Commissariato all’emergenza, Francesco Figliuolo.

Ma il presidente ligure insiste e polemizza: “Sulle iniziative vaccinali per maturandi e turismo devo dire che ho trovato una struttura commissariale un po’ nervosa, diciamo, rispetto alla creatività delle Regioni”. Mentre il collega piemontese è sconvolto dalla strage della funivia, è lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga a dire “ben vengano gli accordi bilaterali, ma sono casi specifici”. “Vedo molto difficile” somministrare la seconda dose a “chi va pochi giorni in vacanza”, ammette il governatore del Friuli Venezia Giulia. Da un altro esponente leghista, il veneto Luca Zaia, la richiesta al governo di fare chiarezza sui vaccini estivi, in particolare per sapere se si riconosce “la reciprocità della vaccinazione” in regioni diverse. Resta come possibile punto di mediazione l’ipotesi di un domicilio temporaneo con iscrizione all’anagrafe sanitaria del luogo di vacanza per chi ci trascorra almeno tre settimane, per salvaguardare la stagione turistica senza rallentare la campagna vaccinale.

In Italia sono stati superati i 31 milioni di dosi somministrate, con oltre 21,2 milioni di italiani che ne hanno ricevuto almeno una (un terzo del totale), tra cui oltre 10 milioni completamente immunizzati.

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