Inizia la corsa alla terza dose per viaggiare in Europa. In base alla nuova raccomandazione di Bruxelles si riduce a 9 mesi la validità del green pass dall’ultima dose del vaccino, con il booster che quindi allunga la vita del certificato Covid. Un’indicazione che dovrebbe entrare in vigore dal 10 gennaio, dopo il via libera degli Stati membri. E a spingere per immunizzazioni e dosi booster è anche la cornice suggerita per i viaggi per turismo (o comunque non essenziali) nell’Ue dai Paesi terzi. La novità dei 9 mesi introdotta dalla proposta di Bruxelles si basa sulle prove scientifiche prodotte dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) e da quella per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc) che dimostrano come dopo il sesto mese dal completamento del primo ciclo di immunizzazione, l’efficacia della copertura inizi a diminuire. Ma la Commissione Ue ha valutato anche di concedere tre mesi (in una combinazione 6+3) affinché gli Stati membri possano organizzare la campagna per la somministrazione dei richiami.
Resta comunque ferma – e questo viene evidenziato – la possibilità di usare il green pass per muoversi tra i 27 Stati anche sulla base dei tamponi o della guarigione dal virus, senza restrizioni aggiuntive, è stato ribadito, perché “la libertà di movimento nell’Ue è un diritto fondamentale e l’equilibrio tra le tre possibilità deve essere mantenuto”, ha chiarito il commissario alla Giustizia, Didier Reynders. Tuttavia il belga ci ha tenuto anche a precisare che la linea di Bruxelles “non garantirà ai viaggiatori di poter partecipare tutti alle stesse attività nei vari Stati membri”, visto che numerosi governi, come del resto quello italiano, privilegiano il green pass sulla base della vaccinazione, per regolare l’accesso a ristoranti, cinema, palestre, o trasporti. Inoltre, con la Francia, che ad esempio ha già annunciato di voler limitare la validità del certificato digitale a sette mesi, l’iniziativa di Bruxelles punta ad evitare una Babele, con scadenze random a seconda dei Paesi. Un caos che metterebbe in discussione la credibilità stessa del pass, considerato una “success story” europea, una “norma a livello mondiale”, e rilasciato in oltre 650milioni di esemplari, col collegamento di 51 Paesi in cinque continenti, (Singapore e Togo gli ultimi ad entrare nel club).
L’architettura della raccomandazione poggia inoltre su un cambiamento di approccio. Se attualmente vengono stabilite eventuali misure aggiuntive come quarantena o tamponi a seconda della situazione epidemiologica del Paese di provenienza (sulla base delle mappe a colori elaborate dall’Ecdc), dal 10 gennaio il focus dovrebbe essere spostato principalmente sulle condizioni di chi viaggia. Meglio se vaccinato. E le cartine colorate dell’agenzia europea, che verranno aggiornate anche sulla base delle vaccinazioni somministrate, assumeranno più una funzione a carattere informativo.
Per chi arriverà dai Paesi terzi, come Stati Uniti o Regno Unito, l’immunizzazione sarà quasi d’obbligo. Se la raccomandazione Ue sarà adottata, dal primo marzo, solo i vaccinati con sieri riconosciuti dall’Ema o dall’Oms (in questo caso con l’aggiunta di un tampone) potranno entrare nell’Unione per turismo. Lo stesso varrà anche per quanti potranno dimostrare di essere guariti dal Covid, o per gli under 18 previo test. Un cambio di paradigma rispetto all’attuale regola, che stabilita una lista di Paesi sicuri (ora una ventina), permette l’arrivo anche di chi non si è sottoposto agli shot.