Volano i contagi e dall’Europa agli Usa tornano le misure restrittive

Allarme a Tokyo e in tutto il Giappone per una nuova impennata di contagi. L’incubo torna a metà estate – nel pieno delle Olimpiadi agognate ma anche temute – e parte dall’Asia dove, salvo una manciata di casi virtuosi, la pandemia non dà tregua.

In Europa intanto si fanno i conti con le esigenze stagionali – le vacanze, il turismo, gli spostamenti – nel calcolare al millimetro misure vecchie e nuove. Come anche negli Stati Uniti, dove si va verso il ritorno dell’obbligo della mascherina al chiuso in alcune circostanze anche per i vaccinati e per le scuole alla ripresa a settembre. Una raccomandazione che si appresta a diffondere il Centers for Disease Control and Prevention, secondo i media americani.

In Francia invece la regola è già stata introdotta, sebbene soltanto nella regione di Bordeaux, una delle principali città francesi, e in diverse zone turistiche della regione circostante, la Gironda. E si aggiunge al divieto del consumo di alcol in stradamentre in tutta la Francia l’obbligo del green pass sui trasporti a lunga percorrenza entrerà in vigore tra il 7 e il 10 agosto.

Va meglio nel Regno Unito, dove per il settimo giorno consecutivo si registra una decelerazione nei contagi, con 23.511 nuovi casi identificati.

Ma il ministro della Salute tedesco Jens Spahn intanto pianifica un’estensione dell’obbligo di test covid-19 per chiunque entri in Germania, non importa da quale luogo provenga o con quale mezzo voglia entrare. Per adesso l’obbligo di test riguarda i passeggeri in arrivo dai luoghi inseriti nella lista delle zone a rischio, l’opzione di un inasprimento delle misure finora però non ha incontrato il favore di tutto il governo.

Del resto l’ultima fotografia dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie, è abbastanza nitida nel cogliere come la diffusione della variante Delta stia causando un aumento dei casi nelle rsa e nelle strutture di lunga degenza in diversi paesi europei. Ad incidere, secondo il centro europeo, c’è sia un tasso di vaccinazione incompleto tra gli operatori sanitari (si stima che oltre il 20% non sia ancora immunizzato), e probabilmente anche il fatto che negli anziani la protezione del vaccino puó essere minore e di piú breve durata. Una situazione che richiede quindi aggiustamenti, e non solo in Europa.

Israele, ormai ‘ex’ paese virtuoso, registra 2 mila nuovi contagi in un solo giorno (mai così tanti da mesi) e sta valutando l’opportunità di somministrare una terza dose di vaccino Pfizer agli over60, anche prima che arrivi una autorizzazione formale da parte della Fda americana.

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