Volo Rio-Parigi, la tragedia prima per un errore tecnico e poi umano

Dopo i dati errati dei sensori Pitot, i piloti persero il controllo dell’aereo

Prima la disfunzione tecnica, poi l'errore umano. A distanza di oltre tre anni arriva il rapporto definitivo del Bea sul disastro aereo del 1 giugno 2009 quando il volo Air France Rio de Janeiro-Parigi precipitò nell'Atlantico provocando la morte a 228 persone.
Quando i piloti si trovarono a dover affrontare i dati errati trasmessi dai sensori Pitot difettosi, non seppero reagire nel modo corretto: "avevano perso totalmente il controllo della situazione". Secondo Alain Bouillard, direttore dell'inchiesta, i piloti non si sarebbero resi conto di aver raggiunto la velocità di stallo, e di conseguenza avrebbero messo in pratica manovre non adeguate. Per il Bea, probabilmente non era adeguata neanche la formazione dei piloti, non pronti ad affrontare delle situazioni insolite, ma viene puntato il dito anche su problemi di ergonomia dell'aereo, un Airbus A 330. Il rapporto contiene inoltre 41 raccomandazioni per costruttori e compagnie al fine di migliorare il livello di sicurezza.
I sensori Pitot, fabbricati da Thales, incriminati da tempo per aver gelato ad alta quota, sono ormai additati come i primi elementi ad aver scatenato il dramma. Il costruttore aeronautico Airbus ha reagito immediatamente promettendo "tutte le misure" necessarie per garantire il massimo della sicurezza. Da parte sua, Air France ha difeso a spada tratta il suo equipaggio, perito nell'incidente, rendendo un particolare omaggio al "coraggio" del comandante di bordo e dei copiloti.

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