“Il 2008 non verrà certamente archiviato come uno degli anni d’oro dell’industria turistica internazionale, ma non sarà neppure ricordato come uno dei peggiori. Nell’ultimo decennio l’industria turistica globale, in costante crescita, ha dovuto fronteggiare alcuni momenti delicati, nel 2001, dopo l’attentato alle Torri Gemelle a New York , ma anche nel 2003, in occasione dell’epidemia della Sars e dell’incertezza legata al conflitto in Iraq”. E’ quanto scrive Daniel John Winteler, presidente di Federturismo, sul Focus su fatti e notizie pubblicati da Travelnostop.com che sintetizza i 300 giorni del 2008 che hanno caratterizzato il turismo in Italia. La pubblicazione, attualmente in fase di distribuzione, può essere consultata cliccando all’indirizzo riportato in fondo alla notizia.
“In queste congiunture, – scrive ancora Winteler – il turismo ha dimostrato di essere un’industria resilient, come amano dire gli inglesi, e di reggere agli scossoni meglio di altri settori produttivi. Eppure la recessione economica, l’estrema volatilità dei mercati finanziari e la fluttuazione del prezzo del petrolio, che a luglio ha toccato il suo massimo storico (147 dollari al barile), si sono fatti sentire anche nel nostro settore e soprattutto in Europa e in Italia. Gli arrivi in Europa sono cresciuti del 2%, a fronte di una crescita nei due anni precedenti, del 5% annuo.
I dati più recenti che provengono dalla Iata, per ciò che riguarda il trasporto aereo, e dall’ultimo "World Barometer" di ottobre dell’Organizzazione Mondiale del Turismo ci dicono che la domanda nel periodo da giugno a ottobre 2008 si è raffreddata. E in questo scenario di recessione economica globale è indubbio che gli operatori italiani e internazionali si trovano a fare i conti con una flessione della domanda e con cambiamenti nelle scelte delle destinazioni.
Le destinazioni, cosiddette value for money, hanno e avranno un appeal maggiore nei confronti dei consumatori, siano essi business o leisure, molto più attenti ora a far quadrare i conti e a limare spese superflue. E proprio in questo scenario acquista quindi sempre più urgenza l’obiettivo di riportare l’Italia tra le maggiori destinazioni mondiali. Tema su cui ferve il dibattito tra operatori e rappresentanti del settore.
In questo contesto, Federturismo Confindustria, auspica una maggiore sinergia tra pubblico e privato, ma anche un ruolo più incisivo del Governo, per ciò che riguarda le politiche di sviluppo del settore.
Per riportare l’Italia ai fasti di un tempo, Federturismo Confindustria si sta muovendo su più registri con una visione progettuale e coordinata di medio-lungo periodo, al fine di sostenere e fornire strumenti di lavoro agli imprenditori del settore. Al fine di monitorare la domanda in tempi ragionevoli e quindi per fornire agli operatori del mercato domestico utili strumenti per valutare e segmentare il mercato turistico, è stato creato l’Osservatorio Federturismo Confindustria – Ciset Ca’Foscari.
Un’altra lacuna italiana è quella di essere un paese ormai periferico rispetto ai grandi investimenti internazionali. Per ovviare a questo dato di fatto, che rende meno standardizzata e più frammentata l’offerta ricettiva italiana, Federturismo Confindustria sta lavorando ad un progetto per attrarre gli investimenti stranieri verso il Belpaese".