Nel 2023 gli italiani continueranno a viaggiare, nonostante il panorama di instabilità soprattutto da un punto di vista economico. Lo dichiara il 54% dei viaggiatori che hanno risposto al sondaggio di PiratinViaggio.it che ha rivelato una dualità insita nell’animo dei vacanzieri: da una parte, la riscoperta del Belpaese e delle sue eccellenze, dall’altra una forte spinta verso le vacanze all’estero per recuperare le rinunce degli anni passati.
Già nel 2022 si è assistito a un progressivo ritorno alla normalità e le partenze verso destinazioni più o meno lontane hanno lentamente ripreso spazio tra le priorità degli italiani. Per il prossimo anno, la sindrome di ‘Wanderlust’ ritornerà a farsi sentire, rivelando un irrefrenabile impulso di viaggiare e girare il mondo. Secondo i dati rilevati dalla piattaforma, per le prossime vacanze, il 25% degli italiani opterà per un viaggio all’estero a lunga distanza, mentre il 51% ha in programma di visitare destinazioni più vicine o di rimanere all’interno dei confini europei.
La spinta verso l’estero trova indubbiamente le sue radici nelle privazioni degli anni passati, che hanno costretto milioni di turisti a ripensare i propri piani. Infatti, il 24% degli italiani campionati ha individuato il ‘Revenge travel’ come motivazione principale dietro la scelta di programmare un viaggio all’estero a lungo raggio, dichiarando di aver già rinunciato a troppe occasioni a causa delle restrizioni e della pandemia. Similarmente, il 71% sostiene di voler viaggiare ora che ne ha la possibilità, ammettendo di aver compreso che può succedere qualsiasi cosa e di non volersi perdere più nulla. La FOMO – dall’inglese Fear of Missing out – è particolarmente rilevante, nonché l’elemento distintivo, che accomuna due generazioni apparentemente opposte, la Generazione Z e i Baby Boomer: l’83% dei Gen Zers e il 76% dei Boomer coglieranno l’occasione per concedersi un viaggio all’estero nel 2023.
Tuttavia, le generazioni di turisti italiani si differenziano per il motivo per il quale dirotteranno i propri viaggi all’estero verso destinazioni all’estero di corto raggio, come l’Europa. Se per le generazioni più giovani, come Gen Z e Millennial le ragioni sono prettamente economiche, rispettivamente con il 72% e il 69%, l’aspetto monetario perde gradualmente importanza con l’avanzare dell’età. La scelta del 51% dei Baby Boomer ricadrà sui Paesi europei in quanto offrono varietà culturali più interessanti rispetto ad altre mete turistiche più lontane.
Nonostante i viaggi intercontinentali siano nella lista dei desideri dei turisti per il 2023, il Belpaese rimane tra le mete predilette. Infatti, il 60% dei partecipanti ha in programma un viaggio in Italia nei prossimi 6 mesi. A guidare la scelta sono le esperienze culinarie, che si rivelano una parte importante dei programmi di viaggio per il 72% degli italiani, addirittura fondamentali per il 42% dei rispondenti appartenenti alla generazione Millennial.
La percezione dei viaggiatori è che la pandemia non abbia solo impedito numerosi viaggi, ma che abbia cambiato profondamente il modo di viaggiare. Con la chiusura delle frontiere di molti Paesi, comprese quelle europee, molti viaggiatori abituali a lungo raggio hanno rivalutato il turismo interno. Le regioni italiane si sono contraddistinte per il fascino dei borghi, luoghi unici, ricchi di storia, arte e tradizioni antichissime. Tra le regioni più ambite, la Toscana con il 38% dei voti e l’Umbria con il 15%.
Se si parla di turismo gastronomico, l’Italia si guadagna il primo posto, non solo tra i connazionali, ma anche per i turisti tedeschi (27%), inglesi (24%) e francesi (24%), che hanno individuato nel Belpaese la migliore meta per offerta culinaria. Secondo i dati emersi dal sondaggio a livello globale, in coda all’Italia si classificano Francia e Spagna, rispettivamente al secondo e terzo posto.