Babbel, azienda per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni live e su app, ha creato un viaggio culturale alla scoperta delle parole che raccontano le più curiose celebrazioni legate all’arrivo della primavera nel mondo.
“Riflettere su quelle che sono le tradizioni di un popolo, così come scoprire curiosità e termini specifici, permette uno scambio culturale ancora più ricco. Questo, unito al potere dell’apprendimento delle lingue, favorisce anche una comprensione reciproca che tocca l’identità e la storia e offre la possibilità di aprire un dialogo più approfondito tra le persone”, afferma Gianluca Pedrotti, esperto di comunicazione interculturale ed editor del team linguistico di Babbel.
La primavera è la stagione della rinascita per eccellenza e in alcune culture coincide con il Capodanno, diventando ancor più occasione di rinnovamento. Ed esistono diversi rituali che cercano di propiziare un futuro favorevole:
- Nowruz – Asia Centrale: particolarmente sentito in Iran, il Nowruz è il capodanno persiano, cade in corrispondenza dell’equinozio di primavera ed è considerata una delle feste più antiche al mondo, con oltre 3.000 anni di storia. Come suggerisce il nome, che deriva dall’unione delle parole “nava” (nuovo) e “rezanh” (giorno), il Nowruz simboleggia nuova vita, nuovi inizi e la rinascita della natura. Ad esso sono associati vari rituali: il Khane Tekani (letteralmente “scuotere la casa”), ovvero la pulizia della casa che avviene nei 12 giorni precedenti alla festa; il Chaharshanbe Suri (letteralmente “festa del mercoledì”), la festa del fuoco che cade la sera precedente all’ultimo mercoledì dell’anno e che vede donne e uomini saltare attraverso falò accesi in strada, a rappresentare allegoricamente la luce che sconfigge le tenebre; e infine l’ Haft Sin (letteralmente “sette S”), che prevede la preparazione di una tavola scaramantica con sette cibi i cui nomi iniziano per S.
- Songkran – Tailandia: l’acqua è la protagonista del Songkran, il capodanno tailandese celebrato poco dopo l’equinozio di primavera, in cui si accoglie il nuovo anno in una battaglia a colpi di gavettoni. Songkran viene dal Sanscrito e significa “passaggio astrologico”: l’acqua simboleggia da un lato il “lavaggio” dalle fatiche del vecchio anno e al contempo vuole essere un buon augurio per favorire le piogge (fondamentali per la popolazione rurale) nella nuova stagione.
- Qingming (清明) – Cina: il giorno del Qingming, parola traducibile come “puro e luminoso”, si celebra in Cina quindici giorni dopo l’equinozio di primavera. Segna il cambio di stagione ed è un momento per ricordare gli antenati di famiglia. Durante la giornata i cieli si riempiono di aquiloni legati a piccole lanterne colorate che vengono rilasciate durante la notte come auspicio di buona fortuna e di allontanamento delle malattie.
Ancora oggi alcuni paesi accolgono la primavera richiamando antiche usanze giunte fino ad oggi in un misto di folklore locale e credenze religiose:
- Marzanna – Polonia: secondo una tradizione slava, Marzanna è il nome della dea pagana dell’oscurità e dell’inverno. In epoca medievale, l’inizio della primavera era l’occasione per salutarla, così da celebrare la fine di un periodo difficile dal punto di vista del nutrimento e della salute. Ancora oggi il rituale vive, soprattutto in Polonia, dove i bambini in occasione del primo giorno di primavera costruiscono dei grandi fantocci che rappresentano la “cattiva” signora, portandola in processione per poi abbandonarla nelle acque dei fiumi.
- Kukulkan – Messico: significa “grande serpente piumato” ed è al centro di uno dei riti primaverili più spettacolari al mondo. Teatro l’omonimo tempio maya situato a Chichen Itza, nella regione dello Yucatán. Nel giorno dell’equinozio, all’ora del tramonto il sole disegna sulla scalinata nord della piramide una trama di luci e ombre che creano l’immagine di un grande serpente piumato, attraendo ogni anno migliaia di persone, che celebrano così il cambio di stagione.
- Holi – India: in India il festival dei colori, denominato Holi, è una delle manifestazioni più attese di tutto l’anno nonché tra le più antiche della mitologia indù. Durante la notte designata, la cui data varia ogni anno in quanto legata alle fasi lunari, vengono accesi falò per festeggiare l’allontanamento degli spiriti e la vittoria del bene sul male. “Holi” significa infatti “brucia” in indi. Il giorno seguente la popolazione si ritrova nelle strade per eseguire il rito principale e più noto: il lancio di polveri colorate (“gulal”) miste ad acqua e fiori.
- Stonehenge – Inghilterra: rimanendo più vicini, l’equinozio di primavera ogni anno vede celebrazioni anche a Stonehenge. La mattina presto, gruppi di persone sono soliti vestirsi come antichi druidi per accogliere il sole tra gli storici megaliti: solo durante questa giornata è infatti possibile ammirare il blocco centrale della struttura colpito dai raggi.
Ci sono infine celebrazioni che intrecciano la nuova stagione ad usanze legate al risveglio della natura o a particolari momenti gastronomici:
- Hanami – Giappone: da inizio aprile a metà maggio l’impero del Sol Levante si tinge di rosa pallido, quello dei ciliegi in fiore, i sakura. Uno spettacolo festeggiato in oltre 60 città secondo il rito “Hanami”, letteralmente “ammirare i fiori”, la più antica tradizione giapponese. La festa è un’occasione per consumare in compagnia un picnic accompagnato da sake, all’ombra degli alberi fioriti di giorno e illuminati la sera.
- Floriade – Australia: nell’emisfero boreale la primavera arriva a settembre e in Australia viene festeggiata con il Floriade, festival di fiori che si tiene ogni anno nel Commonwealth Park di Canberra. La parola deriva dal latino “floriat”, che significa “progettare con i fiori”, a indicare le maestose sculture e installazioni che animano la festa.
- Cimburijada – Bosnia: si traduce in “festival delle uova strapazzate”, celebra il primo giorno di primavera nella città di Zenica, in Bosnia. Allo spuntar del giorno, le persone si riuniscono sulle rive del fiume Bosna per preparare un pasto in comunità fatto di uova strapazzate, che viene condiviso con amici, famiglie e turisti per festeggiare insieme il primo giorno di primavera.
- Sham el Nessim – Egitto: cade il lunedì dopo Pasqua e significa “annusare la brezza”, richiamando il cambiamento nell’aria della primavera. Le famiglie lo celebrano scrivendo desideri su uova sode, una vecchissima tradizione risalente ai tempi degli antichi egizi. Le uova simboleggiano la rinascita e vengono quindi riposte in cesti appesi fuori dalla porta di casa, sperando che i desideri vengano esauditi. Inoltre, la tradizione invita a consumare cipolle verdi durante la giornata, alimento che secondo un’antica leggenda avrebbe salvato un giovane principe egizio.