Voli in ritardo, 1 mln di italiani non chiede risarcimenti

Ogni anno i viaggiatori italiani non reclamano oltre 380 milioni di euro a titolo di indennizzo per voli in ritardo e cancellati. Lo rivela un’indagine del portale flightright, secondo cui sono più di 960 mila i passeggeri che avrebbero diritto a un rimborso sebbene non ne abbiano fatto richiesta.  

In Europa invece le potenziali richieste di risarcimento del Regno Unito hanno un valore totale di più di 670 milioni di euro, mentre quelle di Germania, Spagna e Francia ammontano rispettivamente a oltre 580, 500 e 440 milioni.

Solo alcuni dei circa 120 milioni di passeggeri italiani che viaggiano ogni anno sono consapevoli dei loro diritti. Secondo quanto previsto dal diritto comunitario, le compagnie aeree sono tenute a corrispondere ai passeggeri una compensazione pecuniaria laddove i voli subiscano un ritardo superiore alle 3 ore e in tutti i casi di cancellazione e di overbooking.

I viaggiatori italiani che durante le loro vacanze estive hanno subito ritardi o cancellazioni possono richiedere un risarcimento per un importo massimo di 600 euro a persona a seconda della lunghezza del volo e del ritardo superiore alle 4 ore. Mentre il rimborso totale deve essere previsto se il ritardo supera le 5 ore. I passeggeri che prenotano un volo dall’Italia hanno fino a 18 mesi di tempo per chiedere un risarcimento se la destinazione è in Europa e 12 se la località si trova al di fuori dei confini europei.  

“Ritardi e cancellazioni – ha affermato Marek Janetzke, Managing Director di flightright – possono rovinare le vacanze di tante famiglie ed è un peccato che le compagnie aeree spesso non corrispondano un risarcimento, anche quando è dovuto. Nonostante i passeggeri siano sempre più consapevoli dei propri diritti, stimiamo che quasi un milione di italiani non abbia richiesto risarcimenti per i danni subiti nell’ultimo anno. Tre ore di ritardo sono sufficienti per poter richiedere un indennizzo e c’è tempo fino a 18 mesi per esercitare il diritto”.

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