Bollette sempre più alte per gli hotel: pressione fiscale al 67,5%

Il calo della domanda turistica, benché rilevante, non è l'unico responsabili delle difficoltà delle aziende ricettive: pesano anche altri fattori, dall'iva più elevata al peso di imposte e tariffe. La "questione fiscale" è la causa principale delle difficoltà delle imprese turistiche in Italia. Nel nostro Paese le imprese del settore ricettivo registrano una pressione fiscale media del 67,5%. Un dato che non ha uguali non solo in Europa ma anche nei principali Paesi industriali extra Ue, discostandosi del 24% dalla media Ue. I dati sono emersi nel corso del convegno di Assohotel a Roma.
Nel 2011 un albergo di 1000 mq spendeva per i rifiuti solidi urbani circa 4.856 euro l'anno, un ristorante di 180 mq 2.319. Con il decreto Salva Italia del 2011 è stata istituita la Tares. Si stima che un albergo farà fronte a un aggravio di spesa per rifiuti e servizi indivisibili di 1.208 euro rispetto al 2011.
Sempre nel 2011 un albergo spendeva in un anno mediamente 16 mila euro per il servizio idrico integrato. In questi ultimi due anni stimiamo che la spesa sia cresciuta in media di 878 euro.
Per quanto riguarda la fornitura elettrica, i dati Indis 2011, indicano per un albergo una spesa media all inclusive di circa 37 mila euro e per un ristorante di 12,6 mila euro; per la fornitura di gas naturale la spesa media di un albergo è di 13 mila euro e per un ristorante di 4 mila e 800.  Per queste due tariffe, si stima un incremento di oltre 5 mila euro l'anno per la fornitura di energia elettrica e di più di 1.500 euro per il gas naturale.

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