Il turismo montano tiene a Natale e Capodanno nonostante la poca neve

In un contesto socio-economico non favorevole e con scarse condizioni di innevamento, l’andamento turistico della montagna italiana in occasione delle festività di fine anno sorprende positivamente gli operatori turistici. 

Il primo bilancio stagionale dell’Osservatorio del Turismo montano registra infatti un equilibrio dei numeri rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dal sondaggio emerge che il 38,8% degli operatori interpellati non hanno risentito della situazione meteo ottenendo ricavi assimilabili a quelle delle festività 2014-15, mentre il 26,2% dichiara risultati più positivi dello scorso anno. Resta una quota del 35% circa che malvolentieri dichiara una diminuzione del movimento (mediamente compresa tra il – 4% e il – 7%) e una palese difficoltà ad applicare i prezzi di altissima stagione.

Sono soprattutto alcune località del Trentino e del Veneto oltre ai maggiori comprensori lombardi e piemontesi ad evidenziare flessioni della domanda e cali di arrivi e presenze.

L’Italia meridionale grazie alle recenti nevicate sta registrando un buon successo. Decolla la montagna abruzzese (Altopiano delle 5 Miglia-Roccaraso-Rivisondoli), tiene l’Appennino tosco-emiliano (Abetone, Cimone, Corno alle Scale e Cerreto), c’è una leggera ripresa di entusiasmo tra gli operatori over 1000 m dopo un avvio di stagione segnato dall’assenza di neve.

Sull’arco alpino la domanda ha premiato le destinazioni in grado di offrire non solo sport e piste ‘a 5 stelle’ ma anche ospitalità ed entertainment.

Andamento stagionale più positivo che altrove nelle località dell’Alto Adige (Val Badia e Val Gardena). Buono anche  l’andamento turistico delle festività a Cortina; qualche difficoltà nelle altre località dolomitiche venete.

Risultati altalenanti in Trentino: calo di arrivi e presenze in Val di Sole; difficile tenuta a Madonna di Campiglio; stabilità nel comprensorio di San Martino di Castrozza e in Val di Fassa.

Performance eccellente in Valle d’Aosta soprattutto per Courmayeur-Prè Saint Didier, grazie alle condizioni di innevamento migliori e alla presenza di sciatori internazionali attirati da miti, altezze e asprezze del Monte Bianco.

Calo a invece co nelle località della Valtellina (Bormio e Santa Caterina Valfurva) e a Livigno dove si segnalano assenza di neve, di freddo e di acqua. Qui le tre settimane tra Natale ed Epifania hanno avuto esito negativo sia quantitativamente che qualitativamente.

Timori persistono anche per la seconda parte della parte di stagione a Sestriere e Bardonecchia, dove gli operatori sperano di recuperare quanto perso durante le festività.

 

 

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