Tokyo nel gotha nella gastronomia stellata, Ginza al top

Per il 17° anno consecutivo, Tokyo si è distinta come la città al mondo con il maggior numero di stelle Michelin. L’edizione 2024 della Guida Michelin Tokyo comprende ben 183 ristoranti stellati, che, sommati ai ristoranti consigliati e a quelli con riconoscimento Bib Gourmand, portano il totale di locali pubblicati alla cifra record di 504.

Una delle più importanti notizie di Michelin Tokyo 2024 è la promozione del ristorante di sushi Harutaka all’ambito riconoscimento delle Tre Stelle Michelin. Situato nel quartiere di Ginza, Harutaka è rinomato per il suo autentico sushi in stile Edo, preparato meticolosamente dallo chef Harutaka Takahashi, che ha messo a frutto i suoi dodici anni di esperienza presso Sukiyabashi Jiro, il ristorante di Jiro Ono, punto di riferimento globale per il sushi, famosissimo anche in Italia.

Tokyo continua il consolidamento della sua posizione di capitale gastronomica mondiale, in particolare nel quartiere di Ginza, che racchiude numerose gemme dell’alta cucina, sia giapponese sia internazionale. Nel 2023 ha festeggiato il suo 50° anniversario L’Osier, il ristorante francese guidato dallo chef Olivier Chaignon, il cui nome è un riferimento all’albero simbolo di Ginza, il salice. Altro ristorante storico è Ginza L’écrin, che offre una cucina rigorosamente francese dal 1974, anno nel quale è stato aperto e ha ricevuto una Stella Michelin. La cantina di questo ristorante cinquantenario conta più di 15 mila bottiglie, tra le quali maestri sommelier attingono per creare i migliori abbinamenti. Chi non beve alcol, potrà trovare anche delle opzioni analcoliche da gustare con ogni piatto.

Anche Makiyaki Ginza Onodera è un’istituzione per quanto riguarda la cucina francese, reinterpretata utilizzando ingredienti e tecniche culinarie giapponesi e il calore del fuoco di un forno di argilla. La cucina francese è inoltre protagonista del ristorante Dominique Bouchet Tokyo, insignito di una stella Michelin per i suoi piatti preparati con ingredienti giapponesi di stagione, e del suo bistrot Les Copains de DOMINIQUE BOUCHET, Bib Gourmand, entrambi a Ginza. Nel quartiere trova posto anche la cucina italiana, rappresentata dal ristorante a una stella Faro, che unisce la tradizione e l’innovazione culinarie del Bel Paese alla ricchezza degli ingredienti e della cultura giapponese.

Il ristorante è stato premiato con la Stella Verde Michelin per il suo impegno nella sostenibilità. Non mancano ovviamente i ristoranti di cucina giapponese. Sushi Kojima prepara sushi dal sapore vintage, con nigiri di riso ripieni di oboro,pesce tritato, decorati con gamberi o una fetta di pesce. SHIGEMATSU è rinomato per il suo brodo dashi dal sapore deciso e le sue ostriche fritte condite con miso. Il menù di GINZA OKUDA pone la sua enfasi sulla stagionalità degli ingredienti. I ristoranti Ginza Fukuju e Ren Mishina si fondano sul concetto di semplicità e si impegnano a esaltare al massimo i sapori innati degli ingredienti, riducendo condimenti e inutili orpelli. Ginza Kojyu non serve mai gli stessi piatti, ma presta attenzione a metodi di cottura e stili di servizio sempre nuovi.

 

Ginza non è soltanto ristoranti stellati, ma è una meta fondamentale per gli amanti dello shopping, dell’arte e della cultura tradizionale giapponese. Ginza Six e Tokyu Plaza Ginza sono solo alcuni dei complessi commerciali presenti nel quartiere. Nei fine settimana e durante le festività nazionali, la via principale di Ginza è chiusa al traffico ed è possibile passeggiare in tutta tranquillità guardando le vetrine, oppure visitando le numerose mostre, della Shiseido Gallery, della Maison Hermès o della Ginza Graphic Gallery. Infine, per gli appassionati del teatro, il Kabukiza, uno tra i principali palchi dedicati all’arte tradizionale del teatro kabuki, mette a disposizione biglietti per un singolo atto il giorno stesso dello spettacolo. In questo modo, chi già conosce questa forma d’arte può concedersi una performance senza impegnare la giornata intera, mentre chi ne è digiuno può averne un assaggio, senza uscirne appesantito.

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