“L’obiettivo è di innalzare velocemente la qualità dell’offerta turistica di cantine e territori del vino per trasformarli in locomotori di sviluppo per le loro aziende, i loro territori e tutto turismo italiano”, ha detto il coordinatore del progetto Marco Giuri.
Dal 2016 Giuri segue la formazione del settore wine per la 24ORE Business School e in questa veste ha guidato il primo Master in Wine Hospitality nel 2019 a Firenze. Nel 2020 sempre Giuri ha dato vita al primo Corso online per il Consorzio di Bolgheri-Sassicaia. Esperienze che hanno messo in luce i bisogni formativi anche degli addetti alla wine hospitality e di quanti pensano al settore enoturistico per il loro futuro.
Un settore cresciuto in poco più di vent’anni, che riguarda in Italia, dalle 25 alle 30.000 cantine aperte al pubblico e almeno 200 distretti enologici a forte vocazione turistica per i quali non esistono ancora figure professionali specifiche.
“Si tratta di un comparto da oltre 2,5 miliardi di business, strategico per il nostro Paese, soprattutto con l’attuale crisi del turismo causata dal covid – ha spiegato Giuri – l’enogastronomia è la prima attrattiva verso l’Italia per i viaggiatori stranieri e i luoghi del vino sono gli unici immediatamente pronti a trasformarsi in destinations”.
La creazione di un progetto formativo per manager e addetti al settore finalizzato ad innalzare velocemente l’offerta enoturistica nazionale ha mosso alla costituzione di una cabina di regia, la cui direzione scientifica è stata affidata a Donatella Cinelli Colombini, ideatrice della ‘Giornata Cantine aperte’ e prima paladina dell’enoturismo italiano.
La lettera di intenti, che formalizza il tavolo di lavoro che indicherà i bisogni formativi e i modi per soddisfarli, è stata firmata il 2 febbraio da Paolo Castelletti per Unione Italiana Vini, Nicola D’Auria per Movimento Turismo del Vino, Ottavio Cagiano de Azevedo per Federvini, Paolo Corbini per Città del Vino e Paolo Brogioni per Assoenologi.
Il Master, in avvio il 26 febbraio in live streaming, ha dunque precisi ed ampi obiettivi e intende perseguirli usando un corpo docente di altissimo livello e contemporaneamente attento alla quotidianità aziendale, ma anche capace di proiettare in avanti l’offerta enoturistica italiana. Un approccio didattico che coinvolge figure molto diverse: dal primo firmatario del dispositivo di legge agli attori che insegnano il linguaggio del corpo, all’esperto di neuromarketing che spiega come sollecitare sensi diversi dalla vista dando ai futuri manager della wine hospitality gli elementi per creare le esperienze enoiche richieste dai nuovi visitatori delle cantine.