È guerra a Parigi tra Airbnb e gli abitanti del Marais, lo storico quartiere attorno a place des Vosges, dove a 150 euro a notte si trovano gli “studio” di 25 metri quadri a piano terra che fanno stizzire hotel storici e alberghi che lamentano la “concorrenza sleale”.
Stando ai conti dell’estate 2014, nei soli 3 mesi da luglio a settembre sono stati 66.320 i turisti del portale di affitti per case-vacanza Airbnb nel Marais, praticamente un numero equivalente a quello degli abitanti del quartiere più antico della capitale. Forse anche per questo qualche giorno fa, Airbnb, come segnale di buona volontà, ha accettato di farsi carico, dal 1 ottobre, della raccolta della tassa di soggiorno presso i propri aderenti.
“La maggior parte – spiega a Le Figaro il presidente dell’associazione Vivre le Marais, Dominique Feutry – resta soltanto una notte o due. E non si preoccupano né di rispettare il luogo che li accoglie, né il quartiere”. I residenti hanno l’impressione di vivere ormai in cortili diventati sale d’aspetto di stazioni con turisti che non si preoccupano delle parti condominiali, né della raccolta dei rifiuti e che fanno festa fino a notte fonda.
Dopo un primo periodo in cui fra gli addetti al settore turistico e i neofiti di Airbnb non c’erano tensioni – spesso chi abitava negli “studio” chiedeva servizi anche agli alberghi vicini (taxi, informazioni su ristoranti, ecc.) – adesso è guerra aperta.
“I proprietari Airbnb fanno dell’affitto un business – spiega a le Figaro Evelyne Maes, presidente della maggior associazione di categoria – mentre fare gli albergatori è un mestiere. Se vogliono fare come noi, si sottomettano alle stesse norme legali e fiscali”.