Ancora uno spot negativo per il turismo egiziano. L’episodio di ieri, del dirottamento a Cipro del volo EgyptAir 181 Alessandria-Cairo, nonostante il pirata dell’aria sembri essere solo un squilibrato e la sua cintura esplosiva sicuramente falsa, colpirà “sicuramente” il turismo, come teme il presidente della Camera del Turismo egiziana, Elhami El Zayat.
Anche se solo alla fine della settimana scorsa, fonti ufficiali russe parlavano di una possibile ripresa dei voli verso l’Egitto già all’inizio dell’estate, interrotti dopo l’incidente del 31 ottobre quando un charter esplose nel nord della penisola del Sinai uccidendo le 224 persone, quasi tutti turisti russi,
ora il portavoce del presidente russo Vladimir Putin ha frenato avvertendo che è “sbagliato trarre conclusioni sulla ripresa del traffico aereo”.
Del resto quello era stato il peggiore degli attentati contro il turismo egiziano, con un bilancio superiore perfino a quello di 88 morti delle bombe di Sharm el Sheikh del luglio 2005. L’inizio del 2016 era stato connotato da due altri ‘spot’ negativi: i tre turisti nordeuropei accoltellati in un ristorante di Hurghada sul mar Rosso l’8 gennaio lasciando a terra una bandiera dell’Isis e, il giorno prima, gli spari pur senza vittime contro un bus di turisti arabo-israeliani sulla via verso le Piramidi al Cairo. In settembre peraltro c’era stata l’uccisione di sei turisti messicani scambiati per terroristi da un raid aereo durante un picnic nel deserto occidentale.
Sul fronte del rilevante flusso di turisti dall’Italia, si aspettano dati negativi dopo la stima – circolata in febbraio da fonte ufficiale egiziana – di prenotazioni per la stagione estiva in calo del 90% in parte a causa del caso della tortura a morte di Giulio Regeni. La settimana scorsa il tasso di medio occupazione della stanze d’hotel a Sharm El Sheik veniva segnalato a un gramo 17% in una località dove italiani e britannici da soli erano soliti occupare il 65% delle camere.