Disgelo Usa-Cuba, ma l’incognita è il turismo sessuale

Sulla scia del ‘deshielo’ tra Usa e Cuba, il turismo a stelle e strisce è subito aumentato sull’isola caraibica: +15% nel primo trimestre dell’anno. E continuerà a crescere, non solo per la vicinanza, le spiagge o il Tropicana, ma anche perché i 54 anni di viaggi vietati fanno da calamita per molti statunitensi. E sarà d’altra parte proprio il turismo a dare una mano importante all’anemica economia cubana, soprattutto a breve termine.

I timori però riguardano il turismo sessuale, anche pensando a quanto accaduto in passato, fin dagli anni ’20 e ’30 del Novecento, con la presenza degli ‘americanos’ nell’isola, con lo sbarco della mafia e il moltiplicarsi dei bordelli, andazzo che proseguì fino al trionfo della ‘revolucion’ del ’59. La prostituzione esplose negli anni ’90, con il turismo di massa e in coincidenza con l’addio di Mosca all’Avana, che aggravò la crisi economica nell’isola. Ma sul finire degli anni ’90 Fidel diede un giro di vite ai “vizi del capitalismo”, droga, alcol, oltre alle ‘jineteras’ e ai ragazzi di vita. Molte discoteche, ad esempio il ‘Comodoro’ e il ‘Palazzo della salsa’, furono chiuse.

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