Caos a Bali dove il vulcano Agung è tornato ad eruttare dopo cinquant’anni. L’aeroporto internazionale di Bali, nella vicina isola di Lombok, rimarrà chiuso per tutta la giornata di oggi. Le autorità responsabili prenderanno in esame l’eventuale riapertura solo domani mattina dopo aver valutato la situazione del vulcano la cui eruzione ha sparso cenere per migliaia di metri nell’atmosfera. Il blocco degli aeroporti ha lasciato a terra migliaia di turisti nella celebre isola.
Inoltre, le autorità indonesiane hanno ordinato l’evacuazione di decine di migliaia di persone – fino a centomila, si calcola – da una zona a rischio che è stata portata da 7,5 a 10 km di raggio attorno al vulcano.
Agung sta eruttando nubi di ceneri bianche e grigie alte fino a 9.000 metri, mentre la lava si sta accumulando nel suo cratere. Le esplosioni posso essere udite fino a 12 km di distanza. Le autorità avvertono che un’eruzione violenta è possibile, mentre torrenti di acqua e detriti stanno scendendo dalle pendici, alimentati dalla stagione delle piogge in corso.
Il portavoce del governo Sutopo Purwo Nugroho ha detto che la zona di pericolo interessa 22 villaggi. 40.000 persone hanno già lasciato l’area, mentre le autorità hanno detto che convinceranno chi ancora è rimasto a casa ad allontanarsi.
I tanti turisti presenti sull’isola, che ogni anno ospita circa 5 milioni di persone, non stati toccati dall’eruzione. Le mete più popolari, Kuta e Seminyak, si trovano infatti nel sud, a 70 chilometri dal monte.
“Quasi tutta Bali è al sicuro, non ci sono pericoli per turisti”, ha rassicurato l’agenzia indonesiana per i disastri secondo quanto riportato dalla Bbc.
Con i suoi 3.000 metri d’altezza, il vulcano è considerato dagli esperti uno dei più pericolosi del secolo scorso. Dal gennaio del 1963 al febbraio del 1964 il monte Agung è stato protagonista di una delle eruzioni più violente del secolo, sollevando una colonna di ceneri e gas alta fino a 26 metri e causando circa 1.500 vittime.