In Francia mancano dipendenti nei ristoranti: si punta sui migranti

“Lasciateci assumere i migranti”: è l’accorato appello dei ristoratori francesi che dinanzi alla penuria di manodopera – con oltre centomila posti vacanti in tutto il Paese – si rivolgono al affinché consenta di far lavorare anche gli stranieri irregolari.

Secondo il presidente del Groupement National des indépendants Hotellerie-Restauration (Gni), Didier Chener, sono 130.000 i posti vacanti in questo settore chiave dell’economia transalpina.

Ma nonostante la persistenza della disoccupazione, soprattutto giovanile, ristoranti e alberghi non riescano ad assumere. Motivo? Pregiudizi e cliché, spesso negativi, legati a queste professioni e le condizioni di lavoro a volte pesanti. “La gente evita sempre di più alcuni incarichi difficili, come quello di lavapiatti, ad esempio”, deplora Chener, assicurando invece che esiste “un vero ascensore sociale in questo genere di professioni. Non è raro vedere gente che ha cominciato come aiutante diventare gestore di un locale”.

Come Amadi, un senegalese impiegato sotto falso nome in un ristorante del centro di Parigi, passato in qualche anno al rango di aiuto-cuoco. Di qui, l’idea presentata dai rappresentanti di categoria il 19 luglio scorso, in occasione del consiglio interministeriale turismo. “Ristoranti e Hotel – spiega Chenet – sono ai cancelletti di partenza. Ora aspettiamo che il governo rilasci delle autorizzazioni a queste persone. La formazione, il lavoro, a tutto il resto pensiamo noi”, assicura.

 

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