Le code chilometriche di turisti associato a un comportamento irrispettoso dei forestieri stanno lasciando il segno nel proverbiale senso di ospitalità giapponese. A Kyoto, ad esempio, la popolazione locale ritiene che si siano raggiunti i limiti di sostenibilità, fino a causare un ‘inquinamento da turismo’. Per la prima volta in 27 anni, lo scorso aprile, la municipalità di Gionshinbashi, il distretto tra i più visitati a Kyoto, conosciuto per la presenza delle geishe e i canali suggestivi, ha scelto di non illuminare nelle ore notturne il sentiero che celebra la fioritura dei ciliegi perché l’enorme flusso di ospiti era impossibile da gestire per la comunità locale.
Le ultime rilevazioni della prefettura dell’antica capitale indicano che un numero record di visitatori – pari a quasi 57 milioni – ha visitato la città nel 2015, spendendo poco più di 8 miliardi di euro, un aumento del 30% rispetto all’anno precedente.
L’altra difficoltà evidenziata dai residenti riguarda il proliferare dei ‘minpaku’, le case non più occupate dagli anziani – complice la variabile demografica – che sono state trasformate in strutture ricettive per turisti, circa 5.000, il 90% delle quali risulta illegale.
Eppure, nonostante le preoccupazioni dei cittadini di Kyoto, il governo nipponico intende proseguire la campagna mediatica per attrarre un numero sempre maggiore di visitatori, con lo scopo di rivitalizzare l’economia locale, indebolita da un calo delle nascite senza precedenti. Dai 5 milioni di visitatori accolti nel 2003, il Giappone ha registrato un incremento di fino a 20 milioni di persone nel 2016, e l’attuale esecutivo punta raddoppiare le presenze straniere entro le Olimpiadi del 2020, per poi raggiungere quota 60 milioni nel 2060.
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Il Giappone è la nazione migliore del mondo in ogni aspetto. Mi sembra logico che ci vanno tanti turisti ma devono comunque rispettare i posti che visitano.