Il Giappone ha vinto la sua guerra contro il coronavirus e il premier Shinzo Abe ha annunciato la fine dello stato d’emergenza. Abe ha detto che “in poco più di un mese e mezzo abbiamo portato sotto controllo quasi completamente la pandemia”. Lo stato d’emergenza era ancora in vigore a Tokyo e in altre 4 prefetture dopo che nel resto del Paese era stato già rimosso a metà maggio. I dati positivi e il parere favorevole della commissione degli esperti sanitari hanno fatto sì che anche la capitale e le altre aree residue fossero considerate sicure. In Giappone il lockdown è stato diverso da quello imposto in Europa e in gran parte del pianeta. Niente sanzioni ma piuttosto una ‘moral suasion’ nei confronti dei cittadini invitati a evitare le uscite non essenziali e a prendere misure di distanziamento sociale. C’è stata la raccomandazione alle attività commerciali a ridurre gli orari di apertura al pubblico insieme alla richiesta ad aziende e uffici di favorire il lavoro da casa.
Shinzo Abe ha dovuto rinunciare per quest’anno anche alle Olimpiadi.
Il ministro per la Rivitalizzazione Economica, Yasuyoshi Nishimura, ha specificato che il governo fornirà un aggiornamento della situazione ogni 3 settimane per facilitare il processo di integrazione economica e sociale. Il premier e la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, hanno esortato le persone a usare cautela, spiegando che esiste la concreta possibilità di una seconda ondata del virus. Ma intanto si riparte. La ripresa delle attività seguirà 3 diverse fasi con l’apertura della biblioteche e i musei già da domani, e il permesso ai ristoranti di rimanere aperti fino alle 22. Seguiranno una seconda e una terza fase a partire da fine mese con ulteriori concessioni a servizi commerciali considerati non essenziali, escludendo per il momento i karaoke, le palestre e i locali con musica dal vivo.