‘Non andate a Haiti’. È il monito di Stati Uniti e il Canada dopo le le violente proteste contro il presidente Jovenel Moise. I manifestanti, che chiedono l’uscita di Moise, hanno bloccato le strade paralizzando i trasporti nella capitale e causando una mancanza di benzina e cibo. Gli scontri fra i manifestanti e la polizia hanno già causato diversi morti. Il portale ‘IciHaiti’ ha confermato che sono cominciate le operazioni per trasferire in elicottero 113 turisti canadesi del Quebec, bloccati da una settimana in un Club di Vacanze della Cote des Arcadins, a causa dei pericoli dovuti alle proteste popolari in corso da una decina di giorni e all’impraticabilità delle vie di comunicazione terrestri. Per poter effettuare il trasferimento, la compagnia aerea Air Transat ha contrattato una agenzia di sicurezza privata che assicurerà l’incolumità dei turisti nel trasferimento fra l’hotel Royal Decameron e l’aeroporto internazionale ‘Toussaint Louverture’ di Port au Prince.
Inoltre, l’ambasciata del Canada ad Haiti ha chiuso i battenti per gli eccessivi rischi legati alle proteste che continuano nella capitale. Sempre secondo ‘IciHaiti’, il messaggio radiotelevisivo del presidente Moise che avrebbe dovuto rasserenare gli animi, ha apparentemente avuto l’effetto opposto, rinfocolando le proteste.
Infine si è appreso che il ministro degli Esteri haitiano Bocchit Edmond ha incontrato a Washington il Consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton, con cui ha discusso degli sviluppi della crisi ad Haiti. Nel frattempo gli Usa hanno inviato una decina di Marines per proteggere l’ambasciata statunitense a Port au Prince.