Israele e sud-est asiatico nuove mete obbligate per le vacanze dei russi

Chiudere il traffico aereo con la Turchia, dopo aver cancellato i voli con l’Egitto, potrebbe costare alla Russia il mercato turistico più importante e far cambiare abitudine ai suoi cittadini che guardano ora al sud-est asiatico e a Israele. Sono 3 milioni e 300 mila i turisti russi che ogni anno volano in Turchia, per un giro d’affari tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro.

Ma dopo l’abbattimento del jet russo ai confini della Siria da parte dell’esercito turco, i TO russi hanno risposto immediatamente alla raccomandazione del ministero degli Esteri di evitare viaggi in Turchia, sospendendo la vendita dei pacchetti turistici e nel prossimo futuro potrebbero doverne risarcire 40mila (mentre sono 150mila quelli da risarcire per l’Egitto per il solo periodo natalizio).

Un eventuale divieto dei voli con la Turchia – consigliato dal vice presidente della Duma, Nikolai Levicev – comporterebbe comunque una perdite sia per le compagnie aeree russe (come Aeroflot, che fa 28 voli a settimana a Istanbul e sette ad Antalya) ma anche per quelle turche: tra tutte la Turkish Airlines, la più grande compagnia straniera che opera in Russia e che negli ultimi mesi aveva aumentato del 16% il flusso di passeggeri sulla tratte.

A cambiare saranno sicuramente le vacanze dei russi, che non possono più viaggiare in Egitto (il 30% dei pacchetti sono stati ‘dirottati’ sulla Turchia) e che ora potrebbero perdere un’altra meta prediletta nel Mediterraneo, anch’essa facilmente raggiungibile senza visto.

“Tutte le destinazioni orientali, come il Vietnam, la Thailandia, l’Indonesia, riceveranno i nostri clienti; aumenteranno anche i viaggi in Israele e negli Emirati Arabi – ha spiegato il vicepresidente dell’associazione dei tour operator russi, Dimitri Goriev – ma il costo del volo per queste due mete sarà come minimo due volte più alto rispetto a Turchia ed Egitto”.

 

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