La Grecia brucia ma non ci sono italiani in pericolo

La Grecia continua a bruciare: mentre la situazione a Rodi rimane critica, con almeno tre fronti di fuoco alimentati dai forti venti che avanzano, le fiamme hanno minacciato anche Corfù dove nella notte tra domenica e lunedì circa 2.500 persone sono state evacuate da 17 centri abitati nell’isola sul Mar Ionio a causa di un incendio boschivo. E i vigili del fuoco lottano per spegnere i roghi anche nell’isola di Evia.

A Corfù l’incendio sembra sotto controllo e circa 2mila turisti evacuati domenica sera dalle zone di Kalami, Nisaki e
Mparmpati hanno potuto gradualmente rientrare nei loro hotel con autobus privati dopo aver passato la notte in uno stadio e nel teatro municipale dell’isola.

A Rodi, nel Dodecaneso, 30mila persone sono state allontanate dalle proprie abitazioni sabato scorso, e nonostante gli ingenti sforzi dei vigili del fuoco i tre fronti delle fiamme non sono ancora sotto controllo. Secondo la Farnesina, sarebbero circa 2mila i cittadini italiani nelle aree coinvolte dagli incendi in Grecia: “Al momento non ci sono segnalazioni di italiani in pericolo, ci sono solo difficoltà dovute ai rientri in Italia con aeroporti superaffollati. Non c’è nessun italiano in pericolo”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

“Grazie alla collaborazione con la nostra ambasciata ad Atene – ha annunciato il capo dell’Unità di Crisi della Farnesina, Nicola Minasi – c’è un nucleo operativo nell’aeroporto di Rodi in contatto con gli italiani e con i tour operator sul posto”.

 

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