La Russia pronta a conquistare un milione di turisti grazie ai Mondiali

Saranno circa un milione i turisti che visiteranno la Russia in occasione dei Mondiali di calcio, di cui ben 400 mila solo tra Mosca e San Pietroburgo. Emerge dalle previsioni di Euromonitor, secondo cui l’aumento dei flussi turistici nel corso dell’estate creerà un impatto positivo per gli anni successivi, se ben sfruttata.

“Il numero di arrivi in entrata in Russia – spiega Alan Rownan, Sports Industry Manager di Euromonitor International – dovrebbe registrare un tasso di crescita annuale del 4% entro il 2022, raggiungendo 37,5 milioni di viaggi. Euromonitor prevede un aumento dell’1,4% del numero totale di arrivi in Russia nel 2018, direttamente causato dal grande evento sportivo. Tuttavia, fattori negativi, quali la mancanza di strutture di alloggio di medio livello, problemi di sicurezza, costi di visita relativamente elevati e norme gravose sui visti avranno un impatto sui flussi turistici in arrivo. Inoltre rischiano di pesare le recenti tensioni politiche tra Russia-Regno Unito”.

Ma secondo Rownan mega eventi come i Mondiali possono generare un effetto positivo anche per i paesi che si comportano bene nel torneo, capitalizzando l’orgoglio nazionale: in Francia ad esempio la crescita durò a lungo, con picchi nel 1998 e nel 2000, quando il paese vinse la Coppa, mentre per la Germania la vittoria del 2014 ha segnato l’inizio di diversi anni con il segno più.

A scattare la fotografia delle nazioni più tifose attraverso i dati delle prenotazioni di viaggi verso la Russia, a confronto con quelli registrati nel 2017, ha pensato invece eDreams. La top ten delle nazioni partecipanti al Mondiale da cui provengono più viaggiatori vede al primo posto la Germania, già vincitrice dell’ultima edizione dei Mondiali 2014. In seconda e terza posizione Francia e Spagna. E l’Italia? Nonostante gli Azzurri non siano presenti al Mondiale, i viaggiatori sono quelli più numerosi tra le nazioni che non partecipano al torneo facendo posizionare il Belpaese subito dopo la Spagna, e prima del Regno Unito, con una crescita del 126% rispetto all’anno scorso.

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