Slitta a partire da lunedì 18 l’obbligo di tampone Covid negativo, annunciato inizialmente dal governo britannico da oggi, per tutti coloro che viaggiano o rientrano dall’estero a Londra come in qualsiasi altra località dell’Inghilterra. Lo ha precisato oggi Grant Shapps, ministro dei Trasporti del governo di Boris Johnson, sottolineando che i due giorni in più sono stati concessi per evitare un ingolfamento sui rimpatri di cittadini britannici potenzialmente ancora ignari di tutti i dettagli delle nuove norme e per consentire in particolare di verificare quale tipo di test sia ammesso e quale no.
La misura prevede che il test debba essere eseguito dai viaggiatori entro 72 ore dal loro arrivo sull’isola, quale che sia il Paese di provenienza (Italia inclusa). Con una multa da 500 sterline per chiunque non fosse in grado di dimostrare di averlo sostenuto con esito negativo. Shapps ha spiegato che saranno i vettori stessi a dover eseguire controlli in partenza, con l’indicazione di non consentire l’imbarco a chi sia sprovvisto della certificazione prescritta. La decisione – motivata con la necessità di frenare i rischi di “riammissione” del virus dall’estero mentre il Regno Unito sta cercando di riportare sotto controllo una nuova impennata di contagi interni alimentati da una variante ‘inglese’ più virulenta dell’infezione – si unisce a quella annunciata ieri del divieto temporaneo totale d’ingresso per chiunque arrivi dal Portogallo e dal Sudamerica (salvo che non si tratti di cittadini britannici o irlandesi residenti nelle due isole), che invece è già entrata in vigore oggi. Al riguardo, Shapps ha ribadito che si tratta di una risposta specifica agli allarmi suscitati da un nuova ulteriore variante del virus individuata in Brasile: che finora, ha chiarito, non risulta essere entrata nel Regno.