Il governo britannico di Boris Johnson formalizza oggi le linee guida dell’annunciato rilassamento delle restrizioni sui viaggi nell’ambito della road map verso l’uscita dal lockdown, ma non senza dare un colpo di freno per i timori legati alla ‘variante indiana’: ultima mutazione del coronavirus, a maggior rischio di trasmissibilità anche se apparentemente non più resistente del ceppo originario ai vaccini, importata nel Regno Unito ed estesasi nelle ultime settimane a diverse zone dell’Inghilterra. L’indicazione aggiornata, che il ministro della Sanità, Matt Hancock, illustrerà nel pomeriggio in un nuovo briefing da Downing Street, appare quella di continuare a evitare per ora gli spostamenti per turismo (e le prenotazioni estive) in tutti i numerosi Paesi della cosiddetta “lista arancione”, fra cui vi è l’Italia.
Le nuove regole britanniche sui viaggi prevedono una piccola lista verde di nazioni e isole (fra cui in Europa solo Portogallo, Gibilterra e Islanda) per le quali il Regno abolisce la quarantena e concede di fatto un via libera pieno; una lista rossa di Paesi ad elevata minaccia che rimangono del tutto off limits: e una intermedia, arancione, comprendente la maggior parte delle mete più frequentate, Italia inclusa, tornando dalle quali resta l’obbligo di quarantena.
“E’ sensato” non viaggiare nei Paesi della lista arancione per turismo, ha anticipato a Sky News la viceministra dell’Istruzione, Gillian Keegan, precisando che ad oggi queste destinazioni dovrebbero essere scelte solo “per circostanze speciali”: come viaggi d’affari, funerali, esigenze familiari. “Si tratta di linee guida, non d’una legge” vincolante, ha puntualizzato Keegan, ma il governo “raccomanda di non andare in vacanza al momento nei Paesi della lista arancione”.