Le Maldive: da arcipelago  ‘carbon free’ a meta del turismo di massa

Entro il 2020 dovevano diventare il primo Paese al mondo a zero emissioni. Era il sogno delle Maldive. Un sogno che neppure dieci anni dopo è stato accantonato. Non saranno energia solare e conversione ecologica a salvare le 1.192 isole dell’arcipelago dalle minacce del clima, ma hotel extra-lusso e resort. Ovvero ‘turismo di massa’, e dunque afflusso di capitali stranieri.

A dettare la nuova linea nell’arcipelago dell’Oceano Indiano, come racconta la Repubblica, è il presidente Abdulla Yameen, che nel giro di un decennio punta a far passare gli attuali 1,3 milioni di visitatori l’anno a 7 milioni.

Il nuovo corso prevede il trasferimento delle popolazioni locali dagli atolli minori a isole “più grandi, con scuole e strutture sanitarie efficienti”, mentre gli isolotti deserti verrebbero dati in mano agli investitori e trasformati in mete esclusive.

Un’idea che piace a Shiham Adam, direttore del centro di Ricerca Marina Governativo. “Le Maldive hanno bisogno di soldi per sopravvivere e i resort sono positivi per l’ambiente circostante, perché proteggono un’area grande almeno 700 metri, diventando vere e proprie riserve marine in miniatura”.

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