“Gerusalemme è una città santa, non è Tel Aviv”. Con queste parole un esponente ortodosso nel consiglio comunale della città ha annunciato l’opposizione del suo partito al progetto di introdurre anche a Gerusalemme un sistema pubblico di affitto delle biciclette come avviene, con grande successo, a Tel Aviv. Una iniziativa che favorirebbe, secondo gli ortodossi, la dissacrazione dello shabbat, il giorno di riposo ebraico.
Il piano – iniziativa del vicesindaco Tamir Nir – dovrebbe partire la prossima primavera e punta inizialmente a introdurre circa 500 biciclette in 15 stazioni di affitto, per lo più in centro città, vicino ai luoghi più frequentati dai turisti per essere via via espanso solo se la prima fase andrà bene.
Il progetto inoltre dovrebbe essere ancora più tecnologico di quello in uso a Tel Aviv (Tel O Fun): le stazioni di affitto saranno dotate di pannelli solari e tutto avverrà con un’app. Ma – nonostante il piano stabilisca che i punti di affitto previsti nei sobborghi degli ultraortodossi non siano in funzione durante lo shabbat e nelle feste ebraiche – l’opposizione al progetto resta alta.
Ma il vicesindaco non sembra scomporsi: “Ma di cosa stiamo parlando? Quale dissacrazione dello shabbat? Tutto sommato si tratta solo di un click su una app!”.