Uganda, incendio devasta sito Unesco delle Tombe dei Re

Ancora un incendio in uno dei centri spirituali e tra i più importanti simboli storici e culturali dell’Uganda e dell’Africa orientale, le tombe dei re Buganda a Kasubi. L’incendio ha devastato una delle case sacre conservate nel sito patrimonio dell’ Unesco. Le tombe, eccezionale esempio dello stile architettonico sviluppato dal regno di Buganda dal XIII secolo in poi, si trovano sulle colline del distretto di Kampala. Le sue dimensioni insolite e i notevoli dettagli dell’assemblaggio testimoniano il genio creativo della popolazione Baganda e ne fanno un capolavoro nella forma e nella produzione. Secondo l’Unesco ”il significato essenziale del sito risiede nel suo valore intangibile fatto di credenze, spiritualità, continuità e identità del popolo Baganda”. Ma i materiali vegetali che costituiscono la sua architettura lo pongono a grave rischio di distruzione. I danni causati a questo monumento, inserito nella lista del Patrimonio dell’Umanità, preoccupano l’Agenzia Onu, essendo già il secondo incendio che coinvolge la struttura. Il primo ha interessato il complesso di tombe nel 2010, a seguito del quale il Paese ha ricevuto un generoso contributo dal governo del Giappone per sostenere il progetto di assistenza tecnica e finanziaria per la ricostruzione di questo capolavoro architettonico.
Le tombe di Kasubi sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2001. Il sito, che si estende su quasi 30 ettari di colline nel quartiere di Kampala, è contornato da un’area agricola gestita con metodi tradizionali. Al suo centro, in cima alla collina, si trova l’ex Palazzo Kabaka di Buganda, costruito nel 1882 e trasformato in un cimitero reale nel 1884. Quattro sono le tombe reali che si trovano oggi nel Muzibu Azaala Mpanga. Nel 2010, infatti, alcune tra le tombe più importanti del monumento sono andate distrutte a causa del primo incendio, su cui si indaga ancora oggi. Da allora il sito è stato inserito nella Lista dei patrimoni dell’umanità in pericolo.

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