Il jazz italiano scende in campo per promuovere le terre colpite dal sisma

Oltre 750 artisti e 100 gruppi per 350 concerti e 18 luoghi coinvolti per Jazz Italiano, per sostenere le zone colpite dal sisma. Una maratona di note che si allunga a 4 giornate e 4 città, al via il 31 agosto a Scheggino (PG), l’1 settembre a Camerino (MC), il 2 ad Amatrice (RI), per finire, ancora, il 3 settembre a L’Aquila. ”Non credo sia mai accaduto che tutti i musicisti italiani, tutti i festival, si ritrovino in uno stesso luogo, per uno stesso scopo – racconta Paolo Fresu, anima della manifestazione – Il primo anno eravamo a L’Aquila per la ricostruzione. Lo scorso 24 agosto ha cambiato la geografia dei luoghi feriti dal sisma e abbiamo voluto coinvolgere tutte e quattro le regione colpite. Ma a L’Aquila saremo anche in siti che tre anni fa non erano ancora ricostruiti, a testimoniare come si sta lavorando’. Anche quest’anno – prosegue – porteremo artisti da tutta Italia, di generi, età, ispirazioni diverse. Ci saranno nomi noti e talenti dalle periferie, orchestre e piccoli gruppi, tutti con il nome scritto con gli stessi caratteri, perché siamo tutti uguali.

I proventi andranno per la costruzione del nuovo centro polifunzionale di Amatrice. Un luogo che stiamo costruendo in tanti, mettendo insieme anche cinema e teatro. Costerà due milioni forse due milioni e mezzo di euro e vedrà la luce nel 2018 – conclude Fresu – Finora abbiamo raccolto un milione ma poi vogliamo anche riempirlo di contenuti”.
”Ricostruzione – spiega Dario Franceschini, ministro di beni culturali e turismo – vuol dire anche riportare la vita nei luoghi. Questa è una prova di rinascita che va di pari passo con alcune scelte del governo, come i 4 milioni di euro per le attività culturali nelle zone colpite dal sisma. Scelta che la legge sullo spettacolo dal vivo, in discussione, sta riproponendo per il futuro. Dopo la maratona del prossimo anno – aggiunge – ragioneremo su cosa fare, per non dispendere questo bellissimo patrimonio di vita e musica, anche al di là dell’emergenza”.

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