Con le nuove misure in arrivo per le festività natalizie il Governo salva di fatto (per il momento) la stagione sciistica e le attività ricettive della montagna. Ne è convinto l’esperto di turismo Franco Grasso che – da sempre contrario ai proclami disfattisti di questi ultimi mesi provenienti dal mondo del turismo – considera i fatti così come la sua esperienza detta.
Già nel mese di marzo, in pieno lockdown, con il mondo del turismo praticamente in ginocchio, aveva previsto una ripresa a partire dal mese di luglio, con un ottimo agosto per le località di mare e montagna e un discreto mese di settembre.
Previsioni che non sono state disattese. Nemmeno quelle relative al turismo delle città d’arte che, invece, hanno arrancato di più ma hanno “lavoricchiato”. Nemmeno quelle relative a un mese di giugno difficile e a una stagione che si è in sostanza allungata con un sorprendente settembre.
“Quello che ci si presenta ora – spiega Grasso – non è uno scenario catastrofico. Purtroppo Natale e Capodanno non saranno come ci aspettavamo, questo è vero, ma la stagione sciistica per antonomasia comincia a partire da fine gennaio, metà febbraio. Per cui gli hotel di montagna avranno il tempo di recuperare ciò che perderanno durante le feste. Più di ogni cosa deve incoraggiare l’arrivo di uno o più vaccini e non è un caso che già dalle prime notizie arrivate dalle grandi case farmaceutiche, le prenotazioni internazionali abbiano ripreso vigore.
Non voglio entrare nel merito delle decisioni relative agli spostamenti, ai ricongiungimenti familiari, agli assembramenti, alle restrizioni in generale insomma – prosegue Grasso – perché non sta a me stabilire se sia una buona decisione.
Ma da un punto di vista professionale penso di poter dire con una inequivocabile certezza che ci avviamo verso la fine di questo incubo che ci tiene ormai in ostaggio da 10 mesi. La luce che vedo in fondo al tunnel pro-viene da alcuni fatti concreti: l’estate è andata bene e sfido chiunque a dire il contrario, perché al liberi tutti, tutti abbiamo avuto voglia di viaggiare, di andare in vacanza (anche chi non aveva mai soggiornato fuori dalla propria casa prima); il turismo invernale, quello vero, che interessa la grande massa e che fa girare l’economia si muoverà molto tempo dopo la fine delle restrizioni (tristi, aberranti ma ahimè, necessarie); l’aiuto della scienza. Anche in questo caso non sta a me stabilire se le cure, i vaccini, siano efficaci o meno (ma non ho motivi per dubitarne). Più di tutte, le notizie relative ai vaccini e/o alle cure adeguate a vincere contro questo maledetto virus, aiuteranno a risollevare il mercato che più di tutti ha sofferto in questo 2020 così particolare, ovvero quello delle città d’arte.
A questo – conclude l’esperto – aggiungiamo la grande capacità di reazione, e di compensazione, che ha il mercato turistico. Ragione per cui, sono certo che da febbraio la montagna sarà grande protagonista, che a partire dalla primavera potremo rivedere turisti stranieri nelle nostre città e che in estate tutti gli italiani e non saranno in riva al mare, o in cima a un monte a scrollarsi di dosso le brutte sensazioni che questa esperienza, inevitabilmente, ci avrà lasciato”.