La Regione Lombardia discrimina i lavoratori italiani

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Salvatore Mammola, presidente del Comitato Nazionale dei direttori tecnici adv/to.

La Costituzione italiana all’art. 5 recita che la Repubblica è una ed indivisibile. Parlando con alcuni amici francesi e romeni, mi spiegavano, “loro a me”, che in Italia secondo quanto scritto dai Padri costituenti, tutti gli italiani hanno gli stessi diritti e doveri.
Purtroppo non è proprio così, ad esempio, nel settore turistico ed in Lombardia, non tutti i lavoratori hanno gli stessi diritti. In parole povere un lavoratore lombardo può lavorare in tutta Italia, mentre gli altri lavoratori delle altre Regioni non possono lavorare in Lombardia. Mi spiego meglio, e per farlo dovrò aprire una breve parentesi.

Per chi non lo sapesse, in Italia, nel settore turistico, esiste una figura professionale senza la quale non è possibile ottenere la licenza di agenzia di viaggi e/o tour operator. Costui è il direttore tecnico di adv e to. Non è semplice ottenere questo titolo, si può ottenere tramite concorso pubblico oppure con alcuni anni di esperienza maturata sul campo e comprovata da attestazioni di conoscenza di almeno due lingue e dai versamenti contributivi all’INPS che attestino il lavoro svolto in agenzia. Orbene, fino al 9 marzo 2019 esisteva “la libera circolazione dei direttori tecnici” su tutto il territorio nazionale, Lombardia compresa. Da quella data, i direttori tecnici lombardi possono lavorare in tutta Italia, mentre per tutti gli altri è impossibile essere assunti da un’agenzia di viaggi /tour operator o ottenere l’autorizzazione regionale per aprire la propria agenzia/to nella Regione Lombardia.

Infatti quando ho tentato di iscrivermi all’elenco regionale lombardo dei direttori tecnici, una gentilissima signora prima al telefono e successivamente con una mail mi negava l’iscrizione nel suddetto elenco. Mi chiedo se questa discriminazione esiste solo nei confronti dei direttori tecnici di adv/to, oppure anche nei confronti di avvocati, medici, giornalisti e di tutti gli altri professionisti. Mi chiedo se è stata solo una dimenticanza, oppure ad hoc non si son curati di vietare la cancellazione dei direttori tecnici lombardi dal proprio elenco, quando questi hanno intenzione di iscriversi in una delle altre Regioni d’Italia, così per un minimo di reciprocità. In effetti, toccherebbe alle altre Regioni d’Italia vietare l’iscrizione nei propri elenchi regionali e/o provinciali dei direttori tecnici lombardi ed procedere con la cancellazione di quelli che già ci operano favorendo così i lavoratori italiani; Si, in questo caso son d’accordo, “Prima gli italiani!

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