Vacanze in agriturismo per imparare a ‘tollerare’ la natura

Agriturist: sempre più turisti si lamentano delle manifestazioni concrete della natura

Cresce la domanda per le vacanze in agriturismo ma le cronache recenti raccontano di turisti esasperati dal gracidare delle rane o dal canto del gallo, e di quelli che perdono la vita nei boschi dove sono andati a raccogliere funghi. "Noi agricoltori che proponiamo l'agriturismo – dice Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist-Confagricoltura – registriamo di anno in anno una sempre più frequente intolleranza degli ospiti verso le manifestazioni concrete della natura. Ogni forma di vita diversa da quella umana, invece che suscitare curiosità e interesse, rappresenta piuttosto motivo di ansia e di protesta, anche quando occupa legittimamente il proprio habitat naturale. Le escursioni piacciono sempre di più ma sono affrontate, a volte, con disarmante superficialità". La diffusione delle vacanze in campagna, secondo Agriturist, propone ormai gli stessi problemi delle vacanze al mare o in alta montagna: si affronta la natura come se fosse ‘costruita' dall'uomo e ad esclusiva misura dell'uomo, senza documentarsi sui possibili pericoli, sottovalutando i consigli dei più esperti. Ecco perché, secondo Brancaccio, "si dovrebbe prescrivere a tutti almeno una settimana di vacanza in agriturismo, per abituare al silenzio e ai ‘rumori' della natura; per imparare a conoscere gli insetti, gli uccelli e gli ormai pochi altri animali selvatici con cui conviviamo'. E saper distinguere una semplice passeggiata da una escursione lunga e impegnativa, per la quale si richiede una adeguata attrezzatura e preparazione".

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