Ci sono molte possibili ragioni per comprendere il successo del turismo israeliano di questi anni. Centinaia di eventi internazionali attirano americani ed europei, che da soli fanno il 43% dell’incoming, attratti dalla beach life e da una temperatura media che anche in pieno inverno resta sui 20 gradi. Come già annunciato dal ministro del turismo sui media internazionali, la stagione 2018 ha fatto registrare un incremento del 14%, stimato in oltre 4 milioni di presenze, mentre sono oltre 21.500 gli ingressi giornalieri dall’aeroporto internazionale Ben Gurion.
Gli italiani sono solo il 4% dei visitatori in terra di Israele, ma potrebbero presto, grazie all’apertura del nuovo aeroporto Ramon di Eilat, scoprire le molte potenzialità di questo giovanissimo paese. L’Italia è comunque il 6° mercato internazionale, con un totale di 175.438 visitatori italiani da gennaio a metà dicembre e nel corso dell’anno ha registrato una crescita del +31,5% rispetto al 2018. Gli addetti ai lavori, che in questi giorni aspettano il pienone di Natale e Capodanno in Terra Santa, sono molto ottimisti.
Definita una non stop city dalle campagne di comunicazione del brand Israel Land of Creation, Tel Aviv ha hotel che non chiudono mai durante l’anno, locali trendy e ristoranti che restano aperti anche tutta la notte perfino nei week end di shabbat, dal venerdì al sabato sera.
La catena Atlas, che da quarant’anni ha creato oltre 16 boutique hotels nel paese da nord a sud, incarna lo spirito del nuovo turismo di qualità.
“Il Market House Hotel nel cuore di Jaffa ha ricevuto l’anno scorso il premio TripAdvisor Traveller Choice – spiega il general manager Avi Cohen -. I nostri boutique hotel sono in tutto il paese, soltanto a Tel Aviv sono 16 le strutture storiche che abbiamo recuperato e rinnovato completamente, affidando ad un gruppo di architetti israeliani il design adatto a ricreare le atmosfere che riescono a trasmettere quella che noi chiamiamo la ‘Jaffa soul’. Un grande sforzo per raccontare la nostra realtà, i movimenti di artisti e di fotografi che sono passati da queste stanze, lasciando le loro opere”.
Ultimo inaugurato della catena Atlas, il Fabric Hotel, per una clientela giovane, nella zona sud della città. “Nei nostri hotel – aggiunge Avi Cohen – si accoglie il turista facendolo sentire come a casa. Molti dettagli fanno del Market House Hotel a pochi minuti a piedi dalla collina di San Giorgio, la scelta ideale per entrare nello spirito multietnico di questo antichissimo borgo mediterraneo. La costruzione, risalente a circa 180 anni fa, ha una storia molto affascinante, nella lobby arredata con mobili di design in stile vintage, raffinata con richiami di inizio secolo in molti elementi d’arredo, dalle ceramiche, alle gigantografie dei personaggi del quartiere, quadri realizzati da artisti locali con elementi di riciclo. Si cammina sul pavimento di vetro che conserva i resti di una chiesa bizantina, questo fu di sicuro un mercato ai tempi della dominazione greco- ortodossa e poi ottomana, mentre nel 1848 divenne quartier generale del Mossad. Nove anni fa l’inizio dei restauri e poi nel 2014 l’apertura. Da allora il gradimento dei clienti cresce di continuo, offriamo una prima colazione con prodotti locali molto selezionati, tra il dolce ed i salato, con tipicità ebraiche m anche arabe e bulgare per la pasticceria, assortimento di formaggi e di pane locale appena sfornato, oltre ad una pregiata selezione di vini israeliani e di caffè tra i migliori del mondo”. (MLC)