Alitalia, oggi attesa l’offerta Fs. Lufthansa dice sì ma senza il Governo

Il cda di Fs ha deliberato ieri sera di presentare l’offerta per l’acquisto di Alitalia, che arriverà oggi. La società guidata da Gianfranco Battisti avrebbe condizionato la propria offerta al coinvolgimento, nella fase successiva, di altri partner: una compagnia aerea straniera e altre società pubbliche (sono circolati i nomi di Leonardo e di Eni) insieme alle quali detenere una quota che si ipotizza compresa tra il 51% e il 60%. Qualora non si configurasse questo disegno, l’offerta decadrebbe.

“Credo che la decisione del cda di Fs di presentare un’offerta sia l’inizio di un grande cambiamento per Alitalia. Ho sempre detto che non voglio salvare Alitalia ma rilanciarla e grazie a questa disponibilità di Fs può nascere la prima compagnia al mondo che ha gomma ferro e aereo” ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, chiarendo: “Non si è sfilato nessuno, la partecipazione di partner industriali sarà fondamentale. Nei prossimi giorni avremo modo di vedere tutte le offerte che sono arrivate, ma io sono tranquillissimo perché abbiamo già avuto tante offerte. Oggi si chiude, si rispettano i tempi. Fs è uno dei soggetti che ha presentato offerte, ora si aprono le buste e si vedranno le offerte che sono arrivate. Costruiremo il piano industriale”.

Quella su Alitalia è una “partita importante e delicata, siamo molto fiduciosi su Fs”, ha aggiunto dal canto suo il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli a margine dell’assemblea di Confitarma. E ad una domanda sulla posizione di Lufthansa risponde: “Non voglio commentare scelte industriali”.

Ma la ricerca del partner industriale sembra iniziare in salita prima ancora di iniziare. Lufthansa, in campo fin dall’inizio, si dice ancora interessata ma non ha in programma di co-investire nella compagnia a fianco del Governo. E a rendere ancora più incerto l’intero progetto, arrivano anche i ‘no’ di altri possibili partner istituzionali da affiancare a Fs: si sfilano infatti Leonardo ed Eni, mentre le Fondazioni frenano su un possibile ruolo di Cdp.

“La Cdp non può essere il pronto soccorso che interviene nelle società in crisi. Chi pensasse a questo ruolo di Cassa Depositi e Prestiti troverà la nostra ferma opposizione, così come crediamo che il nostro Paese di tutto abbia bisogno fuorché di una banca pubblica”, ha ribadito stamattina il presidente Acri Giuseppe Guzzetti sottolineando ancora una volta il ‘no’ a investire in Alitalia.

Al Ministero del Lavoro intanto oggi tavolo con azienda e sindacati sulla cigs per 1.570 dipendenti.

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