Anche sul fronte della tassa di soggiorno brutte notizie: l’imposta che per l’Italia nel 2019 aveva significato un tesoretto di 622 milioni di euro incassati in 1.069 Comuni con un incremento del +13,7% sull’anno precedente dovrà ridimensionare, e di molto, le stime.
Già le previsioni di inizio 2020, pre coronavirus, segnalavano indicatori in crescita per l’anno, ma con l’esplosione della pandemia il settore turistico si è praticamente azzerato colpendo non solamente gli operatori della filiera turistica ma anche le amministrazioni locali, che vedono dissolversi una gran parte degli incassi indicati nel bilancio previsionale grazie alla tassa di soggiorno.
“L’incasso nel 2020 – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno – si assesterà, in una proiezione più ottimistica, attorno ai 273 milioni di euro, contro i 622 milioni complessivi incassati nel 2019, segnando quindi una riduzione del -56,2%. Le altre proiezioni indicano scenari ancora più negativi, che portano ad una perdita – nel caso di maggiore prolungamento del lockdown – a un incasso annuale dell’imposta di soggiorno pari a 145 milioni totali nel 2020 (vale a dire una riduzione del -76,7% rispetto all’anno scorso)”.
La previsione di Jfc prende in esame tre diversi scenari prospettici. Nel primo, che prevede un incasso di soli 273 milioni e quindi un calo del 56,2%, il lockdown termina a metà aprile, il riavvio dei primi flussi avviene a fine aprile e il ritorno alla normalità (intendendo come tale non la ripresa completa dei flussi turistici ma il termine definitivo di eventuali misure di protezione sociale e sanitaria e limiti alla mobilità a livello internazionale) a dicembre.
Nel secondo, che prevede un incasso di soli 203 milioni e quindi un calo del 67,4%, il lockdown termina a inizio maggio, il riavvio dei primi flussi avviene a fine maggio e il ritorno alla normalità nella primavera 2021.
Nel terzo, che prevede un incasso di soli 145 milioni e quindi un calo del 76,7%, il lockdown termina a inizio giugno, il riavvio dei primi flussi avviene a luglio e il ritorno alla normalità nell’estate 2021. La drastica riduzione degli incassi relativi all’imposta di soggiorno, fa notare Jfc – creerà forti difficoltà anche per i bilanci comunali, soprattutto per quelle amministrazioni che hanno – da sempre – utilizzato tali fondi non per finalità turistiche ma per tutta una serie di altri investimenti sul territorio. E si tratta della maggior parte dei Comuni italiani.