Si riaccende lo scontro tra Bruxelles e Roma sulle concessioni balneari, una vicenda che dal 2009 vede l’Italia difendere il sistema del rinnovo automatico e la Ue quello delle gare aperte a tutti i concorrenti europei. Per convincere l’Italia ad applicare la famosa direttiva Bolkenstein anche alle spiagge, Bruxelles aveva già aperto una procedura d’infrazione, portando il Governo davanti alla Corte Ue che nel 2016 bocciò le norme italiane. Da allora nulla è cambiato, anzi, è peggiorato secondo la Commissione Ue che ha fatto partire una seconda procedura sanzionatoria che stavolta potrebbe portare alla multa.
Secondo Bruxelles gli Stati devono garantire che le autorizzazioni a sfruttare le spiagge, che sono un bene scarso, “siano rilasciate per un periodo limitato e con procedura di selezione aperta, pubblica e trasparente”, per “fornire a tutti i prestatori di servizi la possibilità di competere”, promuovendo innovazione e concorrenza a vantaggio di consumatori e imprese. Tanto più in un momento di crisi come questo, non aiuta la normativa italiana che “scoraggia gli investimenti in un settore fondamentale per l’economia già duramente colpito dalla pandemia, causando una perdita di reddito potenzialmente significativa per le autorità locali italiane”, scrive Bruxelles. La Ue sottolinea che l’Italia non solo non ha attuato la sentenza della Corte del 2016, che pure chiedeva le gare, ma “da allora ha prorogato ulteriormente le autorizzazioni vigenti fino alla fine del 2033 e ha vietato alle autorità locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l’assegnazione di concessioni, che altrimenti sarebbero scadute, violando il diritto dell’Unione”.
Anche se era nell’aria da tempo, la decisione della Commissione di rilanciare la battaglia sulle spiagge lascia stupiti balneari e forze politiche. Per Federbalneari è “inopportuno che proprio in questo momento di pandemia” e durante la fase di estensione delle concessioni al 2033, l’Ue intervenga. E auspica che il Governo, nei 60 giorni che ha adisposizione per rispondere a Bruxelles, avvii “il processo di riordino con decreto, come previsto dalla attuale legge in tema di concessioni”. Anche la Cna chiede al Governo di “difendere la misura contenuta nel Decreto Rilancio, e convertita in legge dal Parlamento, di estendere al 2033 le concessioni demaniali marittime attualmente valide”, misura “fondamentale per garantire stabilità al comparto”. Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega si schierano coi balneari.
Intanto arrivano le reassicurazioni di Lorenza Bonaccorsi, sottosegretaria al Turismo del Mibact. “A seguito della lettera di costituzione in mora relativa al rilascio delle concessioni balneari che la Commissione europea ha inviato nelle scorse ore all’Italia, il governo italiano presenterà la sue ragioni spiegando la specificità con cui la materia è stata regolamentata fino ad ora. Già nei mesi scorsi – aggiunge – abbiamo provato a chiarire e temperare, attraverso un intervento legislativo, gli effetti previsti dalla norma 145/2018 approvata dalla precedente maggioranza. Nelle prossime settimane continueremo il confronto con l’Unione Europea affinché la minaccia di infrazione non si concretizzi e insieme a tutte le forze politiche, in Parlamento, lavoreremo ad un intervento che immaginiamo definitivo ed importante per tutto il comparto, così fondamentale nell’offerta turistica italiana e che deve essere affrontato nella sua globalità”, conclude.