Dal 1 novembre la Thailandia riapre le porte ai turisti, purché pienamente vaccinati, da una lista di 46 Paesi, che non dovranno sottoporsi più a quarantena. La lista, che comprende l’Italia, quasi tutti i Paesi Ue, Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina e anche diversi Paesi confinanti, era inizialmente di 10, ma è stata estesa in considerazione dell’andamento pandemico e vaccinale e dell’esigenza di far ripartire il vitale settore del turismo e del suo indotto economico. In Thailandia il 40% circa della popolazione ha ricevuto una doppia dose di vaccino.
E sempre dalla stessa data, saranno ammessi in Israele turisti stranieri vaccinati almeno due volte con Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Sinovak o Sinopharm, o con una dose di Janssen. Ma i provvedimenti – che devono ancora essere ratificati dal governo – potrebbero subire mutamenti “di pari passo con la rilevazione di nuove varianti”. In precedenza Israele aveva annunciato di aver appena scoperto sei casi della variante AK4.2, una discendente della Delta. Non si hanno novità ancora sull’eventualità che in Israele siano ammessi anche turisti immunizzati col vaccino russo Sputnik. Nel comunicato del suo ufficio è peraltro confermata la intenzione di garantire l’ingresso di gruppi omogenei (‘capsule’) di turisti vaccinati che si spostino in blocco in Israele, senza mai disperdersi.
Infine, novità anche per chi arriva in India: i viaggiatori in arrivo da Paesi con cui ha accordi per l’accettazione reciproca dei vaccini approvati dall’Oms, se pienamente vaccinati, potranno lasciare gli aeroporti senza sottoporsi al test del Covid-19 e non dovranno fare la quarantena. Tuttavia, sarà obbligatorio presentare all’arrivo l’esito negativo di un test molecolare effettuato entro le 72 ore precedenti, oltre alla compilazione di un modulo sul portale Air Suvidha. I viaggiatori dovranno inoltre impegnarsi a un automonitoraggio per due settimane. Per tutti gli altri, Delhi prevede invece il test all’arrivo, la quarantena domiciliare di una settimana e un secondo test all’ottavo giorno: quando tutti i test saranno negativi dovrà essere eseguito comunque un automonitoraggio di sette giorni. L’India ha tenuto le frontiere chiuse ai viaggiatori internazionali dal marzo del 2020 al 15 ottobre di quest’anno: in tutto questo periodo sono stati ammessi solo diplomatici e stranieri con visti speciali legati alle professioni. Per attirare nuovamente i turisti e ridare fiato agli operatori del settore, gravemente toccati dalla chiusura di un anno e sette mese, il governo ha promesso che i primi 500 mila visti saranno concessi gratuitamente.