“Limitazione per numero, ma non per censo”: il governatore del Veneto Luca Zaia ribadisce la sua idea di un numero chiuso sul fronte turistico per Venezia, ma evidenzia che la città deve essere aperta a tutti e mette a disposizione la Regione per un eventuale confronto sul tema.
“La regolazione dei flussi turistici, il decoro e la sicurezza di Venezia – dice, interpellato dall’ANSA – non sono esattamente nelle competenze della Regione, ma voglio dire a tutti che l’amministrazione regionale resta volentieri a disposizione. Non è un mistero che io abbia, fin dal 2010, parlato di numero programmato. Venezia è una città-museo che non si capisce perché non possa essere sottoposta a programmazione dei flussi e delle visite, ciò che le nuove tecnologie peraltro rendono più agevole e concretamente realizzabile. Prenotazione sì, dunque – rileva -, con livelli di priorità (alberghi, strutture ricettive, eventi, congressi), senza eccessivi burocratismi. Sia però chiaro fin d’ora: limitazione per numero, non per censo. Voglio dire che chi sceglie di visitare mangiando un panino non deve essere discriminato rispetto a chi sceglie un albergo a cinque stelle. Lo troverei insopportabile. Eventualmente, a chi prenota può essere chiesto un obolo di scopo (un euro, o anche soltanto 50 centesimi) da destinare a un fondo per interventi di tutela, conservativi, per infrastrutture e decoro. Fate i conti: sarebbero parecchi milioni di euro”.
L’Associazione veneziana albergatori non è contraria ad un ‘obolo’ per Venezia che lo si prenderebbe “con un sovraprezzo sul parcheggio, sul trasporto o in qualche altra maniera”.