“Aumentare il numero delle licenze dei taxi e la flessibilità dei turni dopo le criticità riscontrate a Milano, Napoli e Roma”. Ad affermarlo l’Antitrust, secondo la quale i comuni devono fornire un monitoraggio stabile sull’offerta e un adeguato livello del servizio taxi per il trasporto di soggetti portatori di handicap. Secondo l’Autorità l’offerta è carente anche a Palermo mentre nei Comuni di Bologna, Genova e Torino non sono emerse particolari criticità nell’offerta. Occorre adeguare il numero delle licenze alla domanda spingendo l’aumento oltre il 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset.
Già ad agosto 2023 -ricorda l’autorità guidata da Roberto Rustichelli – l’Antitrust aveva inviato una prima richiesta di informazioni ai Comuni di Milano, Napoli e Roma e alle principali cooperative e piattaforme per la prenotazione dei taxi al fine di valutare le condizioni di fornitura del servizio e far luce sui gravi disservizi riscontrati dall’utenza.
Terminata l’analisi delle informazioni acquisite, l’Autorità ha inviato una segnalazione ai suddetti tre Comuni in cui venivano evidenziate alcune importanti criticità come la strutturale insufficienza delle licenze per soddisfare la domanda (che genera un numero molto elevato di richieste inevase e tempi di attesa eccessivamente lunghi); una diffusa inerzia dei Comuni nel richiedere alle cooperative di taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio, con esiti negativi in termini di rilevazione e correzione tempestiva di eventuali criticità; un’eccessiva rigidità del regime dei turni.
Il 17 novembre 2023 l’Agcm ha rivolto un’altra richiesta di informazioni ai Comuni e alle cooperative di taxi di Bologna, Firenze, Genova, Palermo e Torino. Nel Comune di Palermo è emersa la strutturale carenza dell’offerta e l’assenza di controlli e di misure di regolamentazione flessibile dei turni, mentre nel Comune di Firenze è risultata la mancanza di un meccanismo di monitoraggio sull’erogazione e sulla qualità del servizio, per cui l’Autorità ha deciso di inviare ai medesimi una segnalazione in cui sono state evidenziate tali criticità.
Viceversa nei Comuni di Bologna, Genova e Torino non sono emerse particolari criticità nell’offerta del servizio, per cui non è stata inviata loro alcuna comunicazione. L’Antitrust propone l’adozione di alcune misure correttive: occorre adeguare il numero delle licenze alla domanda spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset adottando in tempi brevi i bandi di concorso pubblico per l’assegnazione delle nuove licenze. In secondo luogo, è necessario rendere stabile ed effettivo il monitoraggio sulla qualità del servizio, richiedendo, almeno annualmente, alle cooperative di taxi le informazioni necessarie per stabilire se il numero di licenze attive sia sufficiente. Secondo l’Autorità andrebbero adottate misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide, l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni.
“L’Antitrust ha accolto le denunce del Codacons ma non basta: servono sanzioni verso i sindaci che non aumentano le licenze a fronte dell’inadeguatezza del servizio – afferma l’associazione dei consumatori – Nei mesi scorsi avevamo segnalato alle autorità competenti il caos taxi che regna in Italia, con l’offerta di auto bianche decisamente insufficiente.Basti pensare che in alcune città, nelle ore notturne, il 42% delle chiamate degli utenti che necessitano di un taxi rimane senza risposta, percentuale che scende a circa il 30% all’ora di cena nei giorni feriali. A Roma addirittura fino a 1,3 milioni di chiamate al mese vanno a vuoto”.