“Accelerare la crescita sui mercati internazionali portando il margine operativo lordo (Ebitda) generato all’estero dal 25% di oggi al 50; ma con le radici ben piantate nella Penisola, irrigate da un programma d’investimenti da 7 miliardi di euro nei prossimi 5 anni suddivisi fra i 5 di Autostrade per l’Italia (Aspi) e i 2,5 di Aeroporti di Roma (Adr)”. Ad affermarlo Giovanni Castellucci, ad di Atlantia, illustrando alla London Stock Exchange gli obiettivi di sviluppo del gruppo e un imminente piano di riassetto organizzativo, oltre a ‘suonare il gong’ per la vendita sul mercato di una fetta del 15% di Autostrade.
Castellucci tratteggia il cammino compiuto da Atlantia dal 2001 a oggi: dal “periodo complicato” segnato dalle vicende della realizzazione della Variante di Valico, alla fase di diversificazione con le acquisizioni di Adr prima e dell’aeroporto di Nizza poi, fino a una situazione attuale nella quale “i rischi sono alle spalle ” e pesano i risultati, “la competenza”, gli “asset di alta qualita’”, le “concessioni a lungo termine” e “l’opzionalita’”.
Gli obiettivi economico-finanziari di Atlantia individuano su questo sfondo per il 2016-2020 ricavi in aumento da 5,5 a 6,8 miliardi di euro, un incremento dell’Ebitda del gruppo di circa il 7% medio all’anno, con la distribuzione di dividendi in crescita del 10% annuo e un rapporto fra indebitamento finanziario e margine lordo in calo dall’attuale 3,2x a un 2,4x nel 2020.
L’approccio verso lo sviluppo resta comunque ‘conservativo’, con stime prudenti e cura nella scelta di progetti credibili, non mordi-e-fuggi. E al momento esclude cessioni di quote di Adr. Il tentativo e’ quello di attrarre investimenti di lungo periodo per sostenere un percorso di “espansione globale” invece di pensare a restituire il denaro a stretto giro agli azionisti.
“In Italia la parola d’ordine è consolidamento: nei prossimi 5 anni – sottolinea Castellucci – investiremo oltre 5 miliardi con Autostrade per l’Italia e circa 2,5 miliardi con Aeroporti di Roma”.
Sul fronte internazionale si concentra il target strategico di allargamento del business con una proiezione di raddoppio dell’Ebitda. Fa ben sperare il Cile, dove Autostrade cresce e già controlla un centinaio di km du strade di traffico urbano a Santiago, mentre per il resto dell’America Latina al rallentamento dell’economia del Brasile si contrappongono le prospettive del Messico.
Ma soprattutto si scommette sull’Europa, dove sempre Aspi è in corsa in un’asta per la riscossione dei pedaggi in Germania.
Intanto Atlantia annuncia un piano di riorganizzazione interna che darà vita dal 2017 a una struttura articolata in 4 piattaforme industriali ripartite per aree di business: Autostrade italiane; Autostrade estere; Aeroporti; Business correlati.
“La nuova struttura consentirà di sviluppare ciascuna area in modo indipendente, facilitando laddove necessario anche l’apertura a partner internazionali – precisa l’ad – ricordando come Atlantia sia un player internazionale con capacità finanziarie per reperire sui mercati dei capitali le risorse necessarie e come “fra i finanziatori oggi maggiormente interessati a investire nel settore ci siano anche grandi fondi pensione e sovrani”.