Crisi nera per Boeing: saltano altri 7 mila posti di lavoro

Il coronavirus continua a colpire il comparto aereo, e Boeing si appresta a tagliare altri 7.000 posti di lavoro entro la fine del 2021. Le conseguenze della pandemia si sono aggiunte a quelle fallimentari legate ai problemi del 737 Max, e la società è costretta a ridurre ancora la forza lavoro, portando il totale degli esuberi a 30.000 unità.

Nel terzo trimestre Boeing ha riportato nuove gravi perdite, circa 466 milioni di dollari, contro utili per 1,2 miliardi di dollari dello scorso anno. Il fatturato di 14,1 miliardi di dollari registra un calo del 29% rispetto a un anno fa, ma è leggermente superiore alle aspettative degli analisti, che si assestavano sui 13,9 miliardi. Il calo delle vendite è stato più pronunciato nell’unità di aeromobili commerciali, dove i ricavi sono diminuiti del 56% da 8,2 miliardi nel terzo trimestre del 2019 a 3,6 miliardi.

Le compagnie aeree clienti di Boeing stanno disperatamente tentando di tagliare i costi e prevedono che la ripresa dei viaggi aerei ai livelli pre-covid non ci sarà per anni. Nei primi nove mesi del 2020, Boeing ha perso 381 ordini netti per nuovi aerei, e le stesse stime del gruppo aerospaziale mostrano che la pandemia potrebbe far diminuire la domanda di altri aeromobili per il prossimo decennio. All’inizio di questo mese, la societa’ ha annunciato che avrebbe consolidato la produzione del suo 787 Dreamliner, utilizzato principalmente per le rotte internazionali, in una sola struttura a North Charleston, in South Carolina, congelando per ora le posizioni nell’area di Seattle.

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