Dall’Ue via libera ad accordi aerei con Golfo, Asia e Turchia

Via libera dei 28 agli accordi quadro in materia di aviazione con Golfo, Asia e Turchia. A doverli negoziare sarà la Commissione Ue nei prossimi 3-4 anni, al di là di cui scadrà il mandato negoziale affidato all’esecutivo comunitario. L’obiettivo è di migliorare l’accesso al mercato europeo ma in modo reciproco con i Paesi terzi, instaurando un livello di gioco equo anche in materia di aiuti di stato. Tra le conseguenze, la possibilità – ma solo a parità di condizioni – di derogare alle regole su proprietà e controllo che ora obbligano a far restare in mani Ue le compagnie aeree europee in caso di fusioni, come ad esempio il caso di Alitalia-Ethiad.    

I primi a partire saranno i negoziati per gli accordi quadro con la Turchia (entro 4 anni), i Paesi del Golfo (Qatar ed Emirati, entro 3 anni), e l’Asean (Sud Est asiatico, ovvero Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, the Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam, entro 4 anni). Secondo le stime, i benefici potrebbero essere di quasi 8 miliardi nei primi sette anni dell’intesa con l’Asean per 5.300 nuovi posti di lavoro, di 5 miliardi con la Turchia nel turismo oltre al taglio del 50% dei prezzi dei biglietti aerei più quasi 50mila nuovi posti di lavoro, mentre con il Golfo sarebbero quasi 8,5 miliardi di benefici nei primi otto anni e 8.300 nuovi posti di lavoro.   

“Questi accordi offriranno nuove opportunità di affari all’intero settore dell’aviazione, nuove rotte e migliori tariffe garantendo allo stesso tempo un piano di gioco equo per le nostre compagnie” aeree, ha dichiarato la commissaria Ue ai trasporti Violeta Bulc, avvertendo che “si tratta solo dell’inizio” e inviando gli stati membri a continuare a lavorare sui restanti mandati negoziali che Bruxelles vorrebbe vedere aperti, ovvero Cina, Giappone, Messico e Armenia.    

Inoltre, questi accordi aprono in prospettiva la strada al superamento della soglia del 49% detenuta da Etihad in Alitalia. “C’è la potenzialità” che Etihad superi il 49%, “fino ad oggi vietata”, ha riconosciuto il ministro ai trasporti Graziano Delrio, sottolineando però che si tratta di “una cosa che si muove in un orizzonte temporale che non sarà breve, sui prossimi 5 anni” e quindi più che altro è “un segnale che il mercato europeo è più aperto”. “Una graduale liberalizzazione” del mercato europeo in “modo omogeneo”, infatti, ha sottolineato, “è nell’interesse di tutti, anche sui mercati di destinazione” come quello asiatico, turco e del Golfo. 

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