Come annunciato, da ieri la app Uber-pop è stata disattivata. La multinazionale statunitense ha dovuto prendere atto della conferma da parte del Tribunale di Milano del blocco dell’applicazione web, che era già stato disposto due settimane fa dalla magistratura per “concorrenza sleale”.
“Siamo dispiaciuti per la decisione del giudice – ha spiegato Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber Italia – ovviamente la rispetteremo, ma continueremo a batterci legalmente affinché le persone possano continuare ad avere un’alternativa affidabile sicura ed economica per spostarsi in tante città. E perché non venga negata a migliaia di driver una risorsa economica”.
Per evitare di incorrere in penali giornaliere da 20mila euro, Uber ha dovuto disattivare la sezione Uber-pop all’interno dell’app Uber: l’opzione low cost non è quindi più disponibile a Milano, Padova, Genova e Torino, dove sono prenotabili solo le macchine del servizio normale black o van, guidate da autisti con la licenza.
“Il servizio uberPOP si fermerà, finché non riusciremo a far valere le nostre, e le vostre, ragioni”, ha scritto Uber sul suo sito, invitando tutti gli utenti a “far sentire la voce a chi ha il potere di cambiare le cose” via twitter. La battaglia legale, però, non è finita perché per il prossimo 2 luglio è fissata l’udienza per discutere nel merito il reclamo contro il blocco.