Ferrovie dello Stato non puntano solo sui binari ma anche su autobus e strade. È quanto è stato annunciato durante la presentazione del Piano industriale 2017-2026, che prevede 94 miliardi di investimenti in 10 anni per trasformare l’azienda ferroviaria in un gruppo che fornisce servizi di mobilità integrata.
Annunciato anche lo sbarco in Borsa, che avverrà nel 2017, con la quotazione di almeno il 30% di una nuova società in cui confluiranno Frecce e Intercity.
“Le Ferrovie dovranno cambiare molto e anche le nostre controparti: è una grande rivoluzione”, ha detto Gioia Ghezzi, presidente del Gruppo aprendo i lavori della presentazione del Piano cui hanno partecipato anche il premier Matteo Renzi e il ministro dei trasporti Graziano Delrio.
Durante l’incontro si è parlato anche del Ponte sullo Stretto e Renato Mazzoncini, ad di Fs, ha evidenziato che il costo dell’infrastruttura sarebbe di 3,9 miliardi.
Cinque i pilastri su cui poggia il piano decennale di Fs (mobilità integrata, logistica integrata, integrazione fra infrastrutture ferroviarie e stradali, sviluppo internazionale e digitalizzazione) con 94 miliardi di investimenti (73 per le infrastrutture, 14 per il materiale rotabile e 7 per le tecnologie), di cui più della metà già disponibili. Con questo Piano le Fs puntano a raddoppiare in 10 anni ricavi ed Ebitda. Inoltre i dipendenti passeranno da 69 mila a circa 100 mila.
Per i passeggeri il cambiamento si tradurrà nell’avere un’azienda che punta ad accompagnarli dalla porta di casa fino a destinazione. “Vogliamo essere l’accesso ad un sistema integrato di mobilità per i passeggeri – ha spiegato Mazzoncini -per una mobilità ‘door to door’ con l’obiettivo di coprire la massima percorrenza sul treno e l’ultimo miglio su gomma”.
Per la media e lunga percorrenza si lavora non solo a ridurre i tempi di percorrenza ma anche a garantire la puntualità. Sul fronte del trasporto pendolare, dopo l’accordo da 4 miliardi per 450 nuovi treni regionali, l’obiettivo è aumentare i posti/km dell’8-10% in 10 anni. Sul gomma, infine, dove Fs punta a crescere portando la propria quota di mercato dal 6 al 25%, sono in arrivo 3.000 nuovi bus per Busitalia, che sarà attiva anche sulla lunga distanza. Sulle possibili operazioni con altre aziende (da Atac alle Ferrovie Sud Est) la linea resta “la disponibilità a collaborare, ma il come va visto di volta in volta”.
Per quanto riguarda il capitolo ‘infrastrutture integrate’ il banco di prova è la fusione con Anas. La società stradale verrà conferita a Fs e sarà ‘sorella’ di Rfi.