Oggi l’aumento della sola addizionale comunale di imbarco di 2.50 euro per passeggero aereo causa un mancato introito di 146 milioni di euro, una perdita di oltre 2200 posti di lavoro nel settore ed indotto e soprattutto una perdita di oltre 750 mila passeggeri annui. Ecco perché l’Ibar accoglie con soddisfazione i recenti annunci del ministro dei Trasporti Graziano Delrio e del presidente del consiglio Matteo Renzi in merito ad una riconsiderazione delle tasse municipali addizionali sugli imbarchi attualmente in vigore.
“Recenti esperienze in ambito Ue – dichiara il presidente Ibar, Umberto Solimeno – hanno dimostrato che la riduzione della fiscalità sul trasporto aereo genera effetti positivi sui volumi in transito negli aeroporti interessati favorendo di conseguenza la crescita del pil. Dunque, gli annunci del governo sembrano andare nella giusta direzione, anche se auspichiamo che non ci si limiti a rimuovere la addizionale di 2,50 euro recentemente introdotta ma che si colga questa occasione per rivedere il fondamento economico di un regime impositivo particolarmente gravoso per l’utenza del trasporto aereo”.
L’addizionale comunale sui diritti d’imbarco è stata introdotta in Italia nel 2003 per reperire le risorse necessarie al potenziamento della sicurezza degli impianti. Nel corso degli anni sono intervenute diverse revisioni al rialzo (per un incremento pari al 1000% in dodici anni) che hanno portato il valore di questo tributo da 1 euro iniziale agli attuali 9 euro (10 euro per le partenze da Fiumicino).