La Westminster Magistrates Court ha restituito a Uber la licenza per operare a Londra, ma per ora limitatamente a un periodo di 15 mesi e “sotto osservazione”, dopo il clamoroso mancato rinnovo annunciato nei mesi scorsi dalle autorità municipali per violazioni della normativa del Regno Unito in materia di sicurezza e diritto del lavoro.
La sentenza ha riconosciuto che il provvedimento punitivo adottato da Tfl, l’agenzia comunale londinese dei trasporti, d’intesa con il sindaco laburista Sadiq Khan, era stato “pienamente giustificato”. E ha accolto il ricorso presentato dal colosso Usa dei ‘taxi online’ (che a Londra conta su una flotta di 45.000 vetture e su una clientela stimata in 3,6 milioni di passeggeri) solo sulla base delle riforme avviate dall’azienda – che in questi mesi aveva continuato a operare in attesa del ricorso – e dagli impegni presi ad uniformarsi alle norme indicate dal Comune.
“Dopo anni di attività non in regola – ha sottolineato Khan – Uber ha ora ammesso che la decisione di Tfl sul rifiuto di rinnovare la licenza era stata giusta. Il nostro punto di vista è stato riconosciuto anche dalla Corte. E Uber è stata ora costretta a rivedere il modo in cui opera non solo a Londra, ma in giro per il mondo, cambiando completamente le sue strutture di governance globale e adottando nuovi sistemi per la denuncia di sospetti crimini”.