Ennesimo round nello scontro infinito tra Matteo Salvini e i sindacati sugli scioperi nei trasporti. Questa volta a sfidare il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, dopo Cigil e Uil la settimana scorsa, sono di nuovo i sindacati di base, che hanno proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore nel trasporto pubblico locale per lunedì 27 novembre.
“Scioperiamo per aumenti salariali dignitosi, migliori condizioni di lavoro, la tutela di salute e sicurezza” ma anche “contro le privatizzazioni” e “contro il violento attacco al diritto di sciopero da parte del governo di destra”, affermano le sigle sindacali Cobas, Usb, Cub Trasporti, Sgb e Orsa.
Immediata la replica di Salvini. “Siccome io ritengo che il diritto allo sciopero sia sacrosanto ma anche il diritto al lavoro degli italiani, cercheremo di limitare al massimo i disagi per i cittadini”, ha detto il ministro, col suo ministero già al lavoro sulla questione e quindi pronto a intervenire con una eventuale precettazione. “Gli scioperi cadono quasi sempre il venerdì o il lunedì, difficilmente vedo uno sciopero di mercoledì”, ha rimarcato Salvini. “Non accetto 24 ore di blocco del trasporto pubblico perché sarebbe il caos. Se applicano il buon senso non intervengo, ma se pensano di fermare tutta l’Italia per 24 ore non lo permetterò e farò tutto quello che la legge mi permette di fare”, ha sottolineato ancora.
E dunque stamattina è partita la lettera del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con l’invito a desistere. Il dicastero di Porta Pia auspica una risposta positiva nelle prossime ore. Diversamente, come da procedura, scatterà la convocazione al ministero per un tavolo di confronto.
Intanto, in tema di trasporti a Roma si è svolto l’ottavo Forum internazionale di Conftrasporto-Confcommercio per fare il punto sul settore. Nel corso dei lavori è stato illustrato uno studio Svimez secondo cui le infrastrutture stradali disegnano “due Italie”: carenti al Sud, congestionate al Nord e con un “grande ritardo” per quanto riguarda la rete ferroviaria. Nel Meridione, ad esempio, ci sono solo 181 km di rete ferroviaria ad Alta velocità (12,3% del totale) esclusivamente in Campania. Un “gap enorme” per elettrificazione della rete: 58,2% al Sud, 80% al Centro-Nord, bassa quota del doppio binario (31,7% contro il 53,4% al Centro-Nord). Inoltre la dotazione di infrastrutture stradali del Sud è “molto inferiore” per estensione della rete autostradale (1,87 km per 100 km2 contro 3,29 al Nord e 2,23 al Centro).